26-02-2025 ore 16:39 | Politica - Dalla provincia
di Giulia Tosoni

Michele Bellini: 'Pd libero e flessibile, il punto di forza è la capacità di pensare fuori dagli schemi'

Il Partito Democratico di Cremona ha un nuovo segretario provinciale: Michele Bellini, cremonese di 33 anni. Eletto con il 93,4 per cento dei votanti lo scorso gennaio, è subentrato a Vittore Soldo, che ha deciso di dimettersi dopo sette anni a capo della federazione provinciale per motivi personali. Il neo segretario, accompagnato da Gianluca Savoldi, è stato ospite della redazione di Cremaonline per una proficua chiacchierata, dalla quale è nata questa intervista. 

 

Segretario, fotografiamo la situazione?

“Il primo ad avermi chiesto questo impegno è stato Vittore, con il quale, da sempre, c’è tanta sintonia. Ho trovato un partito dove, secondo me, c’è da lavorare e ritrovare quell’orizzonte di senso. Il mio stesso programma è iniziato con la domanda: “ha ancora senso l’impegno politico?” Penso che in questo momento la risposta sia sì. Per questa ragione ho iniziato con il giro nei circoli della provincia: serve ripartire dalle relazioni. È necessario capire se ci sono tutte le condizioni per un rilancio politico del partito. La grande difficoltà odierna è quella di saper valorizzare le energie e le competenze all’interno di esso. Oggi il Partito Democratico ha il pregio di essere libero e flessibile. Il punto di forza, a livello locale, è proprio questa grande flessibilità e libertà di pensare fuori dagli schemi, altrimenti ti fai travolgere dal cinismo”.

 

Come sta andando il giro nei circoli?

“La situazione è molto variegata. La nostra dimensione provinciale ci consente di dare valore al rapporto e alle relazioni. In questi tre anni sul territorio, due dei circoli più virtuosi sono quelli di Pandino e di Casalmaggiore che, nonostante un trend negativo, sono riusciti ad aumentare il numero degli iscritti. A Pandino abbiamo perso le elezioni ma abbiamo ottenuto quasi 500 voti in più. Sono convinto che quando si crea un gruppo, si investe sulle relazioni e sulle esigenze specifiche dei paesi, dei comuni, allora si riesce a svoltare. Un terzo esempio è quello di Pessina Cremonese: lì c’è una festa storica che funziona e si sostiene da sola. Pessina è un paese piccolo, con poco più di 500 abitanti, riesce comunque a creare relazioni sociali. Se guardiamo al territorio cremasco, la sua grande forza sono sicuramente le feste, seguite dal tema demografico: qui la sua conformazione e posizione hanno una logica di sistema”.

 

Quali sono le priorità di mandato?

“Infrastrutture, suolo e questione demografica. Mi soffermo su quest’ultima: l’aspetto demografico del Pd rispecchia quello della nostra provincia, tra le più anziane in Lombardia. Nel 2022 si sono ricomposti i Giovani Democratici, un gruppo che sta lavorando bene. È comunque un bel segnale, con loro, complice la mia vicinanza d’età, c’è uno scambio continuo. Dobbiamo far sì che i giovani rimangano. Il mio mentore, incontrato durante l’università a Parigi, è stato Enrico Letta: a 25 anni ho avuto la fortuna di avere al mio fianco una persona che mi ha buttato nella mischia. Questo è ciò che, a livello di politica territoriale, dobbiamo provare a fare. Oggi è anacronistico pensare di stare nelle istituzioni dalla culla alla tomba, è fondamentale capire che servono esperienze diverse". 

 

Come rendere centrali i giovani?

“O trovi qualcuno talmente illuminato che crede nell'apertura ai giovani e dà loro spazio, oppure lo spazio te lo devi prendere. Rispetto al territorio, sto incontrando tanti ragazzi della mia generazione e la voglia è quella di creare rete. Secondo me non esiste il tema dei giovani: le loro esigenze sono semplicemente l’amplificazione delle tematiche del Paese. La politica deve fare un cambiamento culturale: risolvere questa problematica delle nuove generazioni serve per rilanciare tutta l’Italia. Tutto parte dal tema del lavoro, con salari di qualità e sicurezza sui luoghi di lavoro. A Cremona si lavora sull’università, a Crema sugli Its, un ottimo esempio di realtà territoriali. In tutto ciò il ruolo dell’Europa per me è imprescindibile, ormai l’economia italiana è talmente integrata che dall’Europa non si prescinde”.

 

I prossimi impegni interni al partito? 

“Dobbiamo comporre la segreteria, mi sto prendendo il mio tempo per avere le persone giuste, affidabili e con una visione. Accanto agli organismi formali, io vorrei avere dei gruppi di lavoro informali anche con i non iscritti al partito. Dopo di che, mi piacerebbe che sviluppassimo un’attenzione sul tema del lavoro e sulle questioni sociali; a seguire le infrastrutture e la demografia. Un altro tema di grande rilevanza è quello ambientale, con le politiche del suolo e le Cer: abbiamo tutte le leve a livello locale per riuscirci”.

 

Parliamo dell’Area omogenea cremasca, che ne pensa?

“L’Area omogenea cremasca nasce da una legittima esigenza politica, che è l’identità del territorio cremasco. In contemporanea alla sua nascita sono stati creati una serie di servizi in condivisione. È uno strumento utile? Il punto, secondo me, è su com’è concepita per i cremaschi: se significa un modo di lavorare megliall’interno di una Provincia unita è un valore aggiunto. Se viene intesa come un modo per ovviare alla distanza dell’amministrazione provinciale, pensando solo al cremasco, allora tutti ne siam danneggiati. Il cremasco non deve disperdere inutilmente energie cercando soluzioni alternative all'Ente provinciale. Ora vediamo quali saranno i percorsi di Cremona e del Casalasco: non è detto che si concludano con la creazione di altre aree omogenee. Ciò che conta nta è fare rete, lavorare in una logica di sistema, per il bene dell'intera Provincia”.