25-11-2018 ore 18:58 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Scrp e Consorzio.it, l'Area omogenea replica e apre al futuro rientro degli otto dissidenti

Ormai liquidata ed ora anche messa in mora da otto sindaci, della Società cremasca reti e patrimonio si continua a discutere. Ai dimissionari – che giovedì (qui il dettaglio) hanno avanzato dubbi sulle possibilità di ottenere in tempi rapidi le loro quote azionarie – hanno risposto i sindaci del coordinamento dell’Area omogenea cremasca: “Per quanto riguarda la liquidazione delle quote dei soci recedenti e la asserita inerzia di Scrp, non abbiamo alcun dubbio che il consiglio di amministrazione, ora, ed il liquidatore, successivamente, si stiano adoperando e si adopereranno nell’ambito delle loro competenze e nel rispetto sia dello Statuto sia delle prescrizioni di legge”.

 

Riorganizzazione e semplificazione

Secondo tema da chiarire la decisione di “proporre ai consigli comunali un percorso che prevede il completamento della riorganizzazione e la semplificazione dell’assetto delle partecipate del gruppo, mediante la messa in liquidazione di Scrp e la continuità dei servizi in capo a Consorzio.it”. Iniziativa incomprensibile per i dimissionari, “del tutto coerente con i precedenti indirizzi dei sindaci, fin dal luglio 2016, quando si era insediato l'attuale cda societario” per gli altri.


Controllo analogo

Bocciata dagli otto dissidenti “la scelta di avvalersi di Consorzio.it”, per il coordinamento dell’area omogenea è invece iniziativa “tecnica e funzionale al miglior raggiungimento degli obiettivi posti”. Sarà “un comitato di indirizzo e controllo, composto dai sindaci”, ad assicurare “il controllo analogo e un’ampia garanzia di partecipazione alla vita e alle scelte strategiche della società, garantendo per i primi cittadini un maggiore protagonismo e collegamento con le dinamiche di indirizzo e di gestione della società, obiettivo, per vero, spesso auspicato anche dai colleghi fuoriusciti”.


Il possibile rientro in società

“La nuova società resterà in ogni caso aperta a tutti i comuni dell’area omogenea cremasca, anche a quelli ora usciti, qualora in futuro decidessero di rientrare e riacquisire le proprie quote”, concludono i sindaci che hanno deciso di restare in società: “ciò nello spirito di cooperazione che da molti anni caratterizza il nostro territorio e la nostra comunità. Ogni altra interpretazione è del tutto fuorviante”.

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