25-10-2017 ore 16:20 | Politica - Crema
di Gianni Carrolli

Crema. Referendum autonomia, soddisfatti i Giovani padani: “Maroni avvii la trattativa”

“I dati sul Cremasco ci hanno premiati: il nostro territorio vede percentuali superiori alla media della nostra provincia e della nostra regione”. È quanto afferma Andrea Bergamaschini, responsabile dei Giovani Padani per il referendum, interpretando gli esiti statistici della tornata consultiva del 22 ottobre (qui il dettaglio). Il responsabile rivendica con soddisfazione “l’importante risposta del Cremasco” soprattutto in considerazione della “campagna di contrasto operata da quella parte di politica che ancora una volta non ha saputo deporre lo scontro a prescindere, per iniziare veramente a fare gli interessi del proprio territorio”.

 

Avviare la trattativa”

Secondo i Giovani padani l’esito del referendum non lascia spazio a dubbi: “la questione settentrionale ritornare ad essere priorità nell’agenda politica di questo paese”. Secondo il coordinatore provinciale Daniel Bressan, “quanto accaduto ieri è un passo importantissimo per la nostra regione, un big bang riformista come l’ha voluto definire il governatore del Veneto, Luca Zaia. Sei milioni di cittadini lombardi e veneti hanno dato un mandato fortissimo ai rispettivi governatori regionali: ottenere maggiori competenze per il territorio. L’indicazione è fortissima, Roma dovrà dare delle risposte: al presidente Roberto Maroni chiediamo di avviare subito la trattativa per rivendicare maggiore autonomia”.

 

Invertire la rotta

Nelle ultime ore il magazine YouTrend ha messo in correlazione i dati sul voto del 22 ottobre con quelli del referendum costituzionale di dicembre 2016. “Maggiore è stata la risposta al referendum autonomista – commenta Bressan – maggiore è stata la percentuale di No al referendum di Renzi. È un segnale importante: la riforma costituzionale di Renzi avrebbe privato di competenze il territorio, arrivando addirittura a introdurre una clausola di supremazia per togliere in maniera unilaterale competenze. I cittadini lombardi e veneti hanno scelto una via opposta. È una richiesta forte di devoluzione del potere sul territorio, in aperto contrasto alle logiche centraliste che hanno governato fino ad ora il nostro paese”.

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