Si è svolta l’11 giugno, presso la sala consiliare della provincia di Cremona, la seconda riunione del Cantiere 9 – Progetti per la persona, promosso nell’ambito dell’Ats Io Ci CRedo. Il Cantiere è dedicato allo sviluppo di progettualità che pongano al centro i bisogni delle persone, con particolare attenzione a inclusione sociale, salute e benessere, sia individuale sia collettivo. I lavori si sono aperti con la presentazione della roadmap operativa fino 31 dicembre 2025, illustrata dalla dottoressa Barbara Manfredini, che ha evidenziato le principali tappe previste. Tra le iniziative in programma rivestono particolare rilievo gli incontri finalizzati all’individuazione di attività e risultati concreti da presentare nell’ambito delle Assise 2025, concepite come un’occasione strategica di confronto e approfondimento per l’elaborazione delle future strategie di sviluppo del territorio.
I temi chiave approfonditi
A seguire è intervenuta l’avvocato Laura Tomasetti, presidente di Comunità sociale cremasca e team leader del Cantiere, che ha sottolineato il valore della partecipazione di numerose realtà territoriali, evidenziando come la collaborazione rappresenti una risorsa fondamentale per lavorare in modo efficace e condiviso. Durante la seduta sono stati approfonditi diversi temi chiave per il contesto locale, tra cui: la crescente carenza di medici di medicina generale, in particolare nelle aree periferiche; lo sviluppo e il potenziamento delle case di comunità; il ruolo delle aziende sociosanitarie pubbliche e private nella presa in carico delle fragilità e nella promozione di nuovi modelli organizzativi. Ogni tematica affrontata ha stimolato numerosi interventi e generato riflessioni significative sulla situazione sociosanitaria attuale del territorio.
Carenza di medici di base
La prima tematica è stata dedicata alla carenza dei medici di medicina generale, fenomeno che desta crescente preoccupazione, soprattutto nelle aree più decentrate. Il dottore Ezio Belleri, direttore generale dell’Asst di Cremona, ha fornito un quadro dettagliato della situazione, sottolineando come l’Azienda sia oggi responsabile dell’assistenza a circa 195.000 cittadini, a fronte di una riduzione del numero di medici di base, passati da 117 nel 2023 a 106 nel 2025. Tra la popolazione assistita, attualmente, ci sono 2.546 persone prive di un medico di famiglia con la possibilità di individuarlo all’interno dell’ambito di riferimento, anche se in un comune diverso da quello di residenza. Inoltre, ci sono 1.080 persone che, pur essendo senza medico di riferimento, per motivi personali non sono alla ricerca di un professionista.
Le case di comunità
Nel corso degli interventi dedicati al tema delle Case di Comunità, è nuovamente intervenuto Ezio Belleri, ribadendo come queste strutture non debbano lavorare in modo autonomo, bensì svolgere una funzione integrata e di supporto alle altre realtà sanitarie presenti sul territorio. Ha inoltre annunciato che, entro la primavera del 2026, è prevista la piena operatività della casa di comunità di Cremona e il consolidamento delle case di comunità territoriali di Soresina e Casalmaggiore, già attive da tempo. Tutte e tre le strutture sono già dotate di un Punto unico di accesso (Pua) per accogliere e gestire le richieste degli utenti.
Le aziende sociosanitarie
La terza tematica affrontata ha riguardato le aziende sociosanitarie e le criticità che queste si trovano ad affrontare. È intervenuto in apertura Giovanni Scotti, presidente dell’Associazione delle residenze socio-sanitarie della provincia di Cremona, il quale ha evidenziato l’ampia diffusione delle Rsa sul territorio provinciale, che contano complessivamente 5.500 posti letto e 8.500 operatori attivi quotidianamente. Scotti ha sottolineato come, negli anni successivi alla pandemia, il settore stia affrontando gravi difficoltà nel reperimento di personale sanitario, registrando attualmente un deficit del 15 per cento rispetto al fabbisogno ideale. A supporto di questa analisi è intervenuta anche la dottoressa Simona Gentile, direttore generale di Cremona Solidale, che ha posto l’accento su una criticità di natura contrattuale, evidenziando come la mancanza di condizioni lavorative attrattive rappresenti un ostacolo significativo al reclutamento di operatori qualificati. In conclusione, la dottoressa Daniela Polenghi, in rappresentanza del forum del terzo settore, ha richiamato l’attenzione su una problematica trasversale: le lunghe liste d’attesa, che continuano a rappresentare una delle maggiori difficoltà per l’accesso ai servizi.