25-03-2016 ore 21:10 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Area omogenea, il Cremasco rivendica autonomia. Partecipata riunione a Crema

Particolarmente interessante, per quanto concerne il futuro del Cremasco, l’incontro del tardo pomeriggio di ieri nella sala consiliare del Comune di Crema, organizzato su impulso del consigliere regionale del Pd, Agostino Alloni e al quale hanno aderito rappresentanti delle associazioni di categoria e soprattutto molti amministratori del territorio.

 

Forte identità

Alloni ha sostenuto che la Riforma Del Rio è ormai superata e che Roberto Maroni – al quale compete una legge che stabilirà quali saranno le aree vaste della Lombardia - cercherà di costituire una serie di cantoni, sul modello svizzero, nonostante i numeri in campo siano decisamente diversi. Ha lodato il percorso Cremasco – con la costituzione dell’area omogenea cremasca – ha citato l’esempio del Friuli, che sta seguendo un percorso simile, con aree omogenee da 50 mila abitanti circa. Secondo Alloni deve essere chiaro che in futuro non sarà necessario far coincidere le aree omogenee con le aree vaste e che le aree omogenee avranno un compito unicamente consultivo.

 

Da soli

Pertanto, invece di seguire il Lodigiano nel tentativo di andare nell’area metropolitana – per la quale comunque servirà una legge dello Stato – e quindi divenire periferia del regno, per Alloni il Cremasco ha tutti i numeri per andare da solo e rendersi disponibile a futuri allargamenti. La vita, però è adesso e l’obiettivo primario è la costituzione di un fronte compatto, deciso, con idee molto chiare sul progetto di sviluppo sociale, amministrativo ed economico da mettere in campo. Lusingare il Lodigiano ed il Trevigliese, al momento, è strategicamente sbagliato e rischia di indebolire il territorio. Durante il confronto, Aldo Casorati, sindaco di Casaletto Ceredano, ha sostenuto che Maroni intende dar vita a 8 aree vaste e in estrema sintesi, ci ritroveremo ad avere ancora delle Province, solo più grandi di prima. Tradotto, per i territori come il nostro significherebbe contare sempre meno.

 

L'intervento del sindaco di Offanengo, Gianni Rossoni (foto © Cremaonline.it)

 

Isolamento

Il sindaco di Crema ha spiegato di temere l’isolamento: andare da soli, senza cercare alleanze, potrebbe riservare al Cremasco brutte sorprese. La paura – condivisa anche da Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo - è che con un territorio ‘piccolo’ e molto frazionato – con la maggior parte di Comuni sotto i 5 mila abitanti – in futuro sarà molto complicato poter gestire i servizi, che nell’ottica governativa stanno invece assumendo dimensioni tutt’altro che locali.

 

Atti formali

In estrema sintesi, la riorganizzazione dello Stato offre al Cremasco la possibilità di diventare grande e rivendicare la propria autonomia. Dopo una lunga serie di incontri, proposte, analisi, proponimenti e dibattiti, pare si arrivato il momento degli atti formali. All’ex consiglio provinciale di Cremona, il Cremasco chiede di far rispettare l’articolo 8 dello Statuto, quindi di riconoscere con un atto istituzionale l’area omogenea cremasca. “Non si tratta di semplici formalità ma anche per rispetto – commenta Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco e Vidolasco – dato che quasi tutti i consigli comunali del nostro territorio hanno discusso e approvato l’atto costitutivo”. Insomma, con giudizio, ma adelante, che un'occasione del genere rischia di non ripresentarsi mai più. Tra una decina di giorni i sindaci cremaschi incontreranno i colleghi lodigiani, sarà l'occasione per verificare di persona se oltre al feeling esiste anche la sostanza.