L’Ats Valpadana, nell’ambito della campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus ha chiesto ai comuni capo subambito del Cremasco di individuare due/tre comuni dove poter convogliare le persone che hanno intenzione di vaccinarsi. I comuni deputati dovranno, a loro volta, indicare una o più strutture come ‘punti vaccinali’. Il nostro territorio è suddiviso in cinque subambiti: Pandino, che fa capo a Rivolta, Agnadello, Spino d’Adda, Dovera, Palazzo e Torlino; Sergnano con Vailate, Pieranica, Quintano, Trescore, Casaletto V, Cremosano, Campagnola, Pianengo, Casale, Camminano e Castelgabbiano; Bagnolo Cremasco con Monte, Vaiano, Chieve, Casaletto Ceredano, Capergnanica, Ripalta Cremasca e Guerina; Castelleone con Fiesco, Madignano, Ripalta Arpina, Montodine, Moscazzano, Credera, Gombito e Madignano; Soncino con Ticengo Casaletto di S., Offanengo, Izano, Romanengo, Salvirola, Cumignano, Genivolta e Trigolo.
Parecchi dubbi
Sull’argomento, settimana scorsa, si è svolto un incontro con i sindaci e il presidente dell’area omogenea Aldo Casorati. Sono state sollevate alcune perplessità da chiarire prima di individuare le strutture. In questi giorni il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e lo stesso Casorati hanno in programma una riunione con la dirigenza di Ats e i rappresentanti delle categorie sanitarie (medici di medicina generale, Rsa, enti erogatori di prestazioni sanitarie). È dunque ancora tutto in stand by. Le perplessità avanzate durante l’assemblea dei sindaci sono molteplici. A partire dalla fornitura certa di vaccini, dopo i rallentamenti di queste ultime settimane. Il timore è che non ci siano dosi a sufficienza per i richiami. Altro dubbio riguarda la disponibilità dei medici di medicina generale. Non potrebbero, infatti, dedicarsi unicamente alla campagna vaccinale. Tra l’altro sono pochi e distribuiti in più comuni. Ricordiamo, per esempio, che a Quintano il medico di famiglia è andato in pensione non è ancora stato sostituito. Nodo da sciogliere è la messa a disposizione di infermieri deputati ai vaccini. In campo dovrebbero scendere gli enti erogatori (agenzie). Il loro costo sarebbe a carico del comune o dell’Ats? Sono solo alcuni delle domande a cui trovare risposta per consentire alle amministrazioni di mettersi in moto per cercare strutture idonee.