24-11-2022 ore 20:30 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Ludopatia nel Cremasco. Assemblea dei sindaci, ‘la prevenzione divenga un lavoro di comunità’

Per dirla con un’iperbole, nel territorio cremasco la ludopatia gode di ottima salute. Necessita pertanto di una profonda riflessione e di una costante attenzione, in particolare per le pesanti ricadute in ambito sociale. La dipendenza dagli alcolici è difficile da nascondere, mentre la dipendenza dal gioco d’azzardo è subdola e difficile da scoprire. Anche in ambito familiare, soprattutto se al conto corrente ha accesso una sola persona. Giocano uomini e donne (soprattutto nei paesi) ma se gli uomini accedono ai servizi di cura (Serd e santa Marta di Rivolta d’Adda), le donne non chiedono, o peggio, non ritengono di poter essere aiutate. Chi chiede aiuto lo fa troppo tardi, quando ormai la situazione debitoria è tracimata e non consente di fronteggiare nemmeno la spesa per la mensa scolastica dei figli. Per fronteggiare la situazione, tentare di diminuire le cifre buttate nell’azzardo e aumentare il pensiero critico nei confronti del gioco, è strategico lavorare nelle scuole e adottare regolamenti condivisi. I sindaci cremaschi stanno pensando a iniziative condivise. Ad oggi sono i comuni di Crema, di Rivolta d’Adda ed i 13 comuni del sub ambito di Sergnano i soli ad averne uno. L’obiettivo è che la prevenzione divenga un lavoro di comunità.

 

L’assemblea dei sindaci

Questo, in estrema sintesi, quanto discusso dall’assemblea dei sindaci dell’ambito territoriale sociale di Crema, introdotta da Fabio Bergamaschi e riunita nel tardo pomeriggio di oggi in aula degli Ostaggi per un aggiornamento sul fenomeno nel nostro territorio. Il progetto rientra nel Piano per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico di Ats Val Padana. Dal 2017 ad oggi è stata realizzata una mappatura approfondita in tre sub ambiti: Pandino, Crema e Sergnano. Il prossimo sarà l’ambito di Castelleone.

 

Il profilo del giocatore

L’appassionato del gioco medio cremasco è un maschio fra i 35 ed i 70 anni, entra nei locali da solo, non tende a interagire e preferisce giocare in solitudine. Predilige le newslot e le scommesse, è completamente assorto, irritabile o nervoso. Nel sub ambito di Sergnano ha un’età maggiore (fra i 55 ed i 70 anni) e giocano molto le donne. Crema dispone di bar, sale slot e centri scommesse, nei 13 comuni del sub ambito di Sergnano si gioca nei bar, i clienti sono abituali e si investono cifre elevate. A Crema i centri commerciali sono soprattutto in periferia e vicino a zone abitate, mentre nei paesi del cremasco si gioca essenzialmente in centro, in prossimità dei luoghi di culto. L’offerta territoriale è molto significativa. Si gioca praticamente sempre, anche dopo la mezzanotte. Nei fine settimana i piccoli bar chiudono, in città no. Nei paesi si prediligono macchinette a monete. In città il gioco è più subdolo, con aree poco illuminate. L’assenza di orologi o luce portano alla perdita di orientamento e ad aumentare il gioco. La situazione si aggrava per la vicinanza di bancomat.

 

Conoscenza

I risultati dell’indagine sono stati illustrati da Gloria Guindani della cooperativa Cosper. Come spiegato da Francesco Iacchetti (referente del Piano per il comune di Crema) e Veruska Stanga (direttrice del consultorio diocesano), la mappatura deve essere valorizzata e approfondita con gli amministratori, i tecnici dei servizi sociali e la polizia locale. L’indagine ha rilevato gli esercizi pubblici che, autorizzati in precedenza, hanno installato apparecchi di intrattenimento. I dati raccolti sono pensati per essere pubblici e promuovere riflessioni politiche che portino ad arginare la diffusione di slot machine, rilevare le criticità e vietare nuove autorizzazioni per l’apertura di sale da gioco o l’installazione di nuovi apparecchi slot. Se la regione incentiva la disinstallazione delle macchinette con uno sconto Irap, il comune di Pavia organizza feste di piazza coi bar ‘no slot’, in modo da aiutarli nel recuperare “i mancati introiti”. Ci sono amministrazioni che hanno vietato l’uso degli sgabelli o il gioco in un giorno della settimana. I comuni possono incidere sugli orari o le installazioni, ma anche e soprattutto sulla promozione della salute dei propri cittadini.

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