24-11-2021 ore 18:30 | Politica - Milano
di Gloria Giavaldi

Lgh - A2a. Esposto M5s alle fiamme gialle: in provincia hanno deliberato due comuni

I consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Marco Degli Angeli, Simone Verni, Dino Alberti e Marco Fumagalli hanno presentato un esposto presso le Procure dei rispettivi comuni, Corte dei conti, Guardia di Finanza e Anac. Vogliono fare luce sulla cessione di quote appartenenti a multiutility pubbliche ad A2A da parte di una moltitudine di amministrazioni comunali lombardi, senza procedura di evidenza pubblica. Come spiegano i consiglieri: “Abbiamo raccolto atti interrogando 187 comuni nelle province di Brescia, Cremona, Lodi e Pavia, chiedendo copia delle delibere autorizzative. Di questi hanno risposto in 96, e solamente in 14 hanno comunicato di aver deliberato nel merito del passaggio di quote. La nostra azione vuole essere di supporto alla Corte dei conti, che in questi giorni ha effettuato perquisizioni in diversi comuni della Lombardia” Più precisamente, a Crema ha chiesto chiarimenti inerenti la fusione ad Scs srl. “Abbiamo messo il materiale raccolto a disposizione degli organi inquirenti, di modo possano valutare nel merito i comportamenti dei singoli amministratori comunali”.

 

La situazione a Crema e Cremona

Per quanto riguarda la provincia di Cremona, su 54 comuni interpellati hanno dato risposta solo 40. Di questi solo due hanno deliberato circa il passaggio di quote da Scrp a A2a (Crema e Cremona hanno fatto un passaggio in consiglio comunale con approvazione dell'atto di indirizzo nel 2015 e nel 2021). I sindaci di dieci comuni della provincia hanno dato notizia di aver preso atto in assemblea ordinaria di Scrp, del giugno 2021, dell’atto di indirizzo per la cessione della quota residuale. Nessuna evidenza nel merito della cessione della prima tranche di quote avvenuta nel 2016. I consiglieri evidenziano come la partita sia importante: “riguarda la cessione da parte del pubblico di settori strategici, quali la raccolta e lo smistamento rifiuti, la gestione dell’acqua e dell’energia a società private. Il tutto fatto senza coinvolgere nella stragrande maggioranza dei casi i consigli comunali nonostante il parere contrario espresso da Anac circa l'operazione del 2016. Stiamo parlando di soldi pubblici e di procedure già valutate come irregolari, portate avanti nell’irregolarità e che, nonostante tutto, ad oggi non sono ancora state revocate. Evidenze per le quali, da cittadini e pubblici ufficiali, ci siamo sentiti in dovere di intervenire in supporto all’attività degli organi inquirenti. Siamo certi che il loro lavoro farà luce una volta per tutte sull’intera vicenda”.

494