24-08-2019 ore 13:20 | Politica - Dalla provincia
di Giovanni Colombi

Cremona, elezioni Provinciali. Bettenzoli, Rifondazione: “votazione antidemocratica”

“Domani, domenica 35 agosto, i sindaci e i consiglieri comunali sono chiamati ad eleggere il futuro Presidente della Provincia di Cremona – spiega Beppe Bettenzoli, Rifondazione comunista - scegliendo tra il candidato della Lega e Centro destra, Rosolino Bertoni, sindaco di Palazzo Pignano e quello del Pd e parte del centro destra moderato, Mirko Signoroni, sindaco di Dovera. Il segretario provinciale del Pd, Vittore Soldo ha sostenuto di aver cercato invano una candidatura unitaria insieme alla Lega e al centro destra”.

 

Votazione antidemocratica

“Questa elezione antidemocratica, che contrasta con gli articoli 1, 5 e 114 della nostra Costituzione, è il frutto avvelenato della cosiddetta legge Delrio (7 aprile 2014, n. 56), tale legge sciagurata si poneva come ponte fra la nostra Costituzione esistente e quella che avrebbe dovuto vedere la luce con la controriforma costituzionale voluta da Renzi-Boschi, bocciata sonoramente dalla stragrande maggioranza degli italiani nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. L'allora ministro del PD Delrio, in attesa dell'abolizione delle province voluta dal governo Renzi, le ha trasformate in enti di area vasta, mantenendo inalterate le funzioni, con numerose deleghe regionali a cui le province devono far fronte con il costo del personale e le risorse ridotte del 50 %, con l'elezione di secondo grado dei suoi organi di governo, ridotti a due, Presidente e Consiglio provinciale, con l'eliminazione della giunta”.

Ritorno al sistema elettorale diretto
“L'ente provincia – conclude Bettenzoli - ha pertanto cessato di essere espressione politica diretta della comunità territoriale di riferimento, portatore di un indirizzo politico amministrativo definito in sede di mandato elettorale, diventando una semplice sede di raccordo dell'azione dei comuni compresi nella circoscrizione provinciale. L'attuale modalità elettorale ha messo pesantemente in discussione la legittimità costituzionale, siamo scivolati in una situazione di assoluta antidemocraticità e soprattutto di chiara anticostituzionalità, che si presta ai giochini "unitari" che annullano le differenze politiche, realizzando pastrocchi sulla testa dei cittadini elettori. Il Partito della Rifondazione Comunista è per ritornare al sistema elettorale diretto delle province, siamo per ridare ai cittadini il diritto, a loro scippato dal governo Renzi, di eleggere i propri rappresentanti nel rispetto dell'esito elettorale. Nello scontro tra Lega più centro destra e PD più moderati di centro destra, il Partito della Rifondazione Comunista non si schiera e non si riconosce”.

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