Durante la seduta odierna della commissione ambiente, il sindaco Bergamaschi, affiancato dall’assessore Pagliari e dai tecnici Benfatto e Zorloni, ha presentato “la variante migliorativa del progetto di rinforzo strutturale e consolidamento del ponte di via Cadorna”. Approvato ieri dalla giunta, “dimezza i tempi precedentemente previsti nella prima versione progettuale”. Secondo l’amministrazione comunale consentirà “di contenere i disagi viabilistici per la cittadinanza: dai 12 mesi precedentemente previsti il piano di intervento contempla un periodo di interferenza con l’ordinaria viabilità sul ponte di circa 7 mesi, suddivisi in 4 mesi di chiusura totale al traffico, durante i quali si concentreranno le operazioni strutturali più invasive e 3 mesi di senso unico, attivato nei momenti in cui sarà possibile mantenere un transito controllato e in sicurezza per automobilisti, ciclisti e pedoni, pur garantendo l’avanzamento dei lavori”.
Per quanto possibile
Sollecitato dalle domande dei commissari, i consiglieri comunali Beretta, Zanibelli, Nicardi, Guatterini, Chiodo e De Grazia, il sindaco ha più volte sottolineato che “l’amministrazione si adopererà per quanto possibile per avviare il cantiere nell’estate del 2026, considerati i tempi tecnici incomprimibili per giungere nel mentre alle prossime fasi: la progettazione esecutiva, la gara d’appalto, l’aggiudicazione, l’approvvigionamento dei materiali”. L’intervento ha un importo complessivo da quadro economico pari a 5,1 milioni di euro, di cui 4.295.389,46 per lavori e 804.610,54 per somme a disposizione. Si accenderà un mutuo, le interlocuzioni sono già state avviate. Il cantiere fisso, uscendo dalla città, sarà predisposto sul lato sinistro, verso San Bernardino.
“Irragionevoli danni”
Per il sindaco “la variante dimostra che è stata fruttuosa e importante l’insistenza del Comune nel ricercare in dialogo con la Soprintendenza la migliore soluzione possibile per il massimo contenimento dei disagi per i cittadini, pur garantendo gli imprescindibili vincoli di tutela”. L’amministrazione si è “spesa con rigore, tutelando l’interesse della città a non subire irragionevoli danni e disagi per la pur necessaria messa in sicurezza del ponte e l’altrettanto ineludibile vincolo storico”.
“Tutto il possibile”
“Faremo tutto il possibile per concentrare i lavori di chiusura nel prossimo periodo estivo, con viabilità ridotta, quindi l’estate del 2026 rimane la nostra data obiettivo, pur consapevoli delle tante variabili difficilmente governabili che intercorrono a partire da oggi. Comunicheremo passo dopo passo gli avanzamenti di questa iniziativa, anche con incontri diretti con la cittadinanza, come già avvenuto. E nei prossimi mesi approfondiremo le possibili mitigazioni ai disagi, di varia natura, su cui mi piacerebbe trovare sintonie e collaborazione con le minoranze”. Il progetto esecutivo, per un importo stimato che si aggira sui 130 mila euro, non sarà redatto dai medesimi professionisti. Pagliari sul punto è stato chiaro: “ci stiamo orientando diversamente, è già in corso la selezione”. È stato ribadito da Bergamaschi che l’opzione di realizzare un secondo ponte non è percorribile, perché secondo lo studio tecnico sulla viabilità effettuata da Percudani, sarebbe “controproducente”. E il sindaco “non se la sente” di “spendere 1 milione di euro senza risolvere il problema delle code”.
Incontri coi cittadini
I prossimi incontri con i cittadini per spiegare lo stato dell’arte sono stati fissati dal comune in collaborazione con la parrocchia per venerdì 4 luglio alle ore 21 all’oratorio di Castelnuovo e per martedì 8 luglio ore 21 all’oratorio di San Bernardino. Il comune inizierà un percorso di coinvolgimento per studiare le migliori soluzioni in ambito economico, viabilistico e di mobilità per andare incontro ai residenti, durante i mesi di chiusura del ponte.
Incentivi e mitigazioni
Secondo l’assessore Giorgio Pagliari, “il nuovo crono programma è il risultato di un’analisi puntuale e collaborativa, che ha permesso di identificare lungo il percorso spazi per ridurre l’impatto sulla circolazione”. Sottolineando la volontà di “trasparenza” e di “condivisione” delle informazioni e degli avanzamenti progettuali, il titolare dei lavori pubblici ha ricordato che il 62 per cento delle auto che transitano sul ponte arrivano da fuori Crema. Il ponte risale al 1902, “è stato realizzato con materiali e tecniche dell’epoca, si è ammalorato nel corso degli anni”. Quello nuovo “sarà simile, ne manterrà le caratteristiche storiche”, ma saranno utilizzate “tecniche e materiali più performanti e moderni”. Ora, ha aggiunto, “possiamo procedere con maggiore serenità verso l’avvio del cantiere e la riapertura definitiva al termine dei 7 mesi, certo non senza doverci preoccupare di impiegare utilmente i prossimi mesi con l’individuazione di forme di mitigazione del disagio nella fase di chiusura e di ulteriori accorgimenti per provare a ridurre ulteriormente il periodo critico previsto, introducendo incentivi economici per l’impresa nel caso di riduzione effettiva dei tempi di intervento”.