24-02-2021 ore 14:25 | Politica - Lombardia
di Andrea Galvani

Lombardia, è stata rimodulata la strategia vaccinale: hub, varianti e specializzandi

Attraverso una delibera di giunta, la Lombardia ha “rimodulato la strategia vaccinale” come “strumento di contenimento del contagio”. Letizia Moratti e Guido Bertolaso (rispettivamente assessore al walfare e consulente per la campagna di vaccinazione), hanno spiegato che “nelle somministrazioni delle dosi sarà data priorità ai comuni che hanno dei focolai, con l’obiettivo di non riempire gli ospedali. Tra giovedì e venerdì mattina si partirà dai territori di confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo, attualmente inseriti in una fase arancione rafforzata. "La coperta è corta. Anzi, più che una coperta abbiamo un fazzoletto", ha spiegato Bertolaso, "per cui dobbiamo fare delle scelte". Al momento in terapia intensiva sono ricoverate 404 persone.

 

Fase 1 bis, over 80 e variante inglese

La nuova rimodulazione del programma di vaccinazioni manterrà invariate quelle previste per gli over 80 e per le categorie inserite nella 'Fase 1 bis' (residenzialità psichiatrica, assistenza domiciliare e relativi operatori, centri diurni, farmacisti, dentisti, sanità militare, polizia di Stato, ambulatori accreditati, medici liberi professionisti, informatori scientifici del farmaco). “La nuova strategia vaccinale, concentrandosi sui comuni più critici – ha sottolineato Moratti - avrà anche l’obiettivo di contenere la diffusione delle varianti”. In particolare quella “inglese, che si diffonde con una velocità maggiore del 39 per cento e diverrà presto prevalente”.

 

Diciotto linee vaccinali

Fontana ha ribadito la necessità di avere una produzione di vaccini italiana, per non dover dipendere dall’estero. Proprio la carenza di vaccini, ha sottolineato Bertolaso, obbliga a selezionare fasce di cittadini. Tra giovedì e venerdì mattina si procederà con le prime 24 mila persone fra i 60 ed i 79 anni (la popolazione totale è di 120 mila persone). Sono previste 18 linee vaccinali: partendo dagli anziani, una decina al giorno, si conta di arrivare velocemente ad una media di circa 2.500 vaccinazioni al giorno in provincia di Brescia e circa 2 mila al giorno in provincia di Bergamo. Farne di più è impossibile perché manca la materia prima, il prodotto. In base all’età e alle condizioni fisiche i medici decideranno di procedere (sotto i 65 anni) con AstraZeneca o Pfizer”. Sono anche stati individuati quattro centri massivi: ad Antegnate, Chiari, Chiuduno e Iseo. Nel pomeriggio di oggi le varie Ats forniranno indicazioni dettagliate. La delibera regionale stabilisce anche un metodo operativo che verrà utilizzato in tutta la regione: “Partendo dai comuni della cintura, procederemo poi verso l’interno, verso il centro delle province

 

La linea di comando

L’assessore alla protezione civile Pietro Foroni ha spiegato che ‘la nuova delibera integra il ruolo della protezione civile. Viene ratificata la linea di comando, già applicata nella prima fase dell’emergenza e dall’inizio del piano vaccinale. Prevede una catena di comunicazione tra l’Ats ed il responsabile provinciale di protezione civile. In questo modo si dovrebbe riuscire a snellire le procedure e fornire risposte adeguate ai singoli territori, offrendo la massima flessibilità possibile. La prossima delibera, attesa per settimana prossima, conterrà “una dettagliata distribuzione dei punti vaccinali”.

 

Centri vaccinali e specializzandi

Strutture già individuate lo scorso novembre: “sono state individuate 66 strutture hub e 600 strutture per la vaccinazione. L’obiettivo rimane concludere vaccinazione entro giugno, compatibilmente con le disponibilità di vaccino. Per chi ha avuto la malattia abbiamo richiesto somministrazioni a partire dai sei mesi. Siamo in attesa delle decisioni del Ministero” ha concluso l’assessore al welfare, ricordando che “per le vaccinazioni sono stati studiati moduli da 400 a 1000 metri quadrati, fino a 13 mila metri quadrati, tenendo conto della specificità della regione, con grandi città e piccoli paesi. Saranno in funzione della dimensione dei comuni. Strutture già esistenti, per contenere i costi, ascoltando i comuni che conoscono i loro territori”. Chiusura con gli specializzandi: “ad oggi la legge prevede un mese di chiamata per vaccinare, ma col ministro Messa abbiamo concordato un allungamento che speriamo sia inserito nei prossimi decreti. L’intenzione è poter chiamare gli specializzandi e farli lavorare il sabato e la domenica e fuori dal loro orario formativo, ovviamente retribuiti”.

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