23-10-2017 ore 16:28 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Referendum. Agazzi e Beretta, Forza Italia, tra federalismo e questione settentrionale

“È andata bene. Sono dispiaciuto che per colpa del Pd lombardo non si sia potuto raggiungere il risultato del Veneto, dove erano tutti compatti, dai partiti alle associazioni ai comuni ai sindacati”. Simone Beretta, consigliere comunale di centrodestra ritiene che gli esponenti del Partito democratico “pagheranno cara la loro miopia alle prossime elezioni regionali. Non era il referendum del centrodestra, non era una per la secessione, ma per la maggiore autonomia”.


Padri costituenti e federalismo regionale

La crescita di autonomia, spiega, è argomento di grande rilevanza “per un democristiano” come lui, “ancorato ai suoi padri costituenti”. In estrema sintesi, l’obiettivo “è aprire ad un federalismo regionale, avvicinando la gente al potere. Sono ancor più contento che lo scorso inverno il referendum di Renzi sia stato sconfitto, altrimenti non saremmo qui a salutare questo risultato storico. Era la prima volta che la Corte costituzionale ammetteva referendum di questo tipo”. Insomma, “ancora una volta il Pd non ne azzecca una”.


L’intelligenza dei sindaci

Un commento sui ritardi e le difficoltà nello “spoglio”? “Non saprei quali problemi abbiano avuto. Il risultato è comunque significativo. Credo che ora sia necessario sedersi al tavolo col Governo”. Sul locale “non credo avrà ripercussioni. Vedere un coordinatore del Pd così schierato nel non votare non credo sia un buon viatico in vista delle prossime regionali. Si sono rivelati molto più intelligenti tanti sindaci del Pd dei dirigenti del Pd. Posso fare una battuta? Era meglio se Piloni dava retta alla Bonaldi”.

 

La “questione settentrionale”

Per il capogruppo di Forza Italia, Antonio Agazzi, l’esito del referendum consultivo, promosso da Lombardia e Veneto, conferma - in modo clamoroso in Veneto, con più moderazione in Lombardia - quanto sia urgente affrontare la “questione settentrionale”: la parte più produttiva e meglio amministrata del Paese è stanca di fungere da “bancomat” per aree e regioni in cui la spesa - sovente clientelare - è fuori controllo; è stanca di decreti per “Roma Capitale”, piuttosto che “Salva Napoli”; non comprende i privilegi, storicamente superati, delle Regioni a Statuto speciale; non tollera più il modo di “amministrare” della Sicilia di Crocetta”.

 

La fine delle logiche parassitarie

Per Antonio Agazzi “si tratta di un elettorato che non chiede la secessione e neppure di venir meno ai doveri di solidarietà nazionale”; esige, tuttavia, che il frutto del proprio lavoro e della propria ‘contribuzione’ venga ben investito e rimanga prevalentemente sul territorio che l’ha prodotto, evitando il perpetuarsi di logiche parassitarie. Mi aspetto un negoziato serio di Lombardia e Veneto con il Governo centrale che sortisca, appunto, tale risultato: trattenere al Nord larga parte delle tasse che il Nord paga, in modo che ne beneficino - in termini di servizi a sostegno di persone, famiglie e imprese - primariamente coloro che si segnalano per produttività. Se così accadesse, ovviamente ne trarrebbero giovamento anche la nostra città, il Cremasco, la Provincia di Cremona”.

 

Gazebo, banchetti e materiale informativo

Il coordinatore di Forza Italia, Gianmario Donida, “prende atto con soddisfazione del grande risultato conseguito nel referendum, che ha visto l’affluenza con oltre 3 milioni di cittadini superare il 38%. Nello specifico a Crema, con un’affluenza media del 39% e con i sì che hanno superato il 96% è stata confermata la volontà dei cittadini di proseguire in un processo di decentralizzazione delle competenze dello stato”. Secondo Donida è frutto anche “del lavoro di comunicazione svolto in città dal nostro partito. Nelle scorse settimane lo abbiamo svolto anche con gazebo e banchetti con la distribuzione di materiale informativo. Ci siamo spesi per sostenere una visione lombarda che avrà un grande futuro. Con maggiori risorse e con più ampia autonomia, la nostra regione può crescere più velocemente. I cittadini, siamo certi, ci sostengono. Ora seguiremo insieme ai cremaschi il processo che già da questa settimana verrà avviato da presidente Maroni, dalla sua giunta e dal Consiglio regionale per dare il via al dialogo con Roma”.

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