23-09-2020 ore 11:25 | Politica - Dalla provincia
di Sara Valle

Pd, l'analisi del voto in provincia di Cremona tra affluenza, dialogo e la voglia di cambiare

“Anche a Crema l'esito si attesta sui dati nazionali: affluenza superiore al 50% ( per la precisione, 53,45%) e un voto favorevole per circa due terzi dell'espressione totale”. Commenta così il sindaco di Crema Stefania Bonaldi il risultato del voto referendario.Anche Vittore Soldo, segretario provinciale del Partito democratico pone l'accento sull'affluenza. “La maggioranza degli italiani si è regolarmente recata alle urne, anche nella nostra Provincia, e questo è un buon dato. Tuttavia credo che un’ulteriore, più forte, partecipazione sia stata un po’ limitata da due questioni concomitanti: il Covid e l’insufficiente dibattito pubblico sul quesito referendario, dipeso (per buona parte) anche dal posizionamento piuttosto “timido” dei partiti politici nazionali”.

 

Avviare un percorso

Entra poi nel merito: “Il Partito Democratico, a livello nazionale, ha sostenuto le ragioni del sì a questo referendum, non senza distinguo importanti (di cui si deve comunque tenere conto). Io stesso, come dichiarato tempo fa all’assemblea provinciale Pd di Cremona, ho sostenuto il Sì: una scelta consapevole che arriva dalla mia profonda convinzione della necessità di avviare da qui un completo percorso di riforme, partendo dal superamento del bicameralismo paritario (non contemplato in questa proposta). Per Soldo è fondamentale il dialogo con chi si è opposto a questa riforma: "Non mi sfugge che una percentuale significativa di elettori ha mostrato molte perplessità verso questa riforma.Se una lettura complessiva si deve fare, questa deve partire da una domanda che accomuna i due schieramenti che si sono contrapposti in questa campagna referendaria: la richiesta di rigore e serietà verso le riforme istituzionali è assolutamente diffusa e deve essere seguita nel rispetto della volontà popolare".

 

Richiesta di cambiamento

Secondo il Pd cremonese è necessaria una riforma meno parziale: "Fermarsi al solo taglio dei parlamentari ha un valore puramente velleitario e simbolico, serve ben altro per riformare profondamente il nostro Paese e le proposte presentate dal Partito democratico in Parlamento vanno nella direzione giusta". È chiaro il desiderio di cambiare: "Con questo risultato referendario gli elettori hanno mandato  un messaggio alla politica tutta per un cambio di passo generale, non solo dal punto di vista delle riforme elettorali. La crisi economica del 2008 e poi il Covid, con le sue conseguenze sociali, hanno esasperato le grandi fragilità cui siamo esposti. Ora più di prima si chiede alle istituzioni di poter essere capaci di rispondere ai rapidi mutamenti cui abbiamo assistito: la politica tutta si deve quindi far carico di questa domanda anche perché le prossime sfide cui siamo chiamati a rispondere sono tutt’altro che semplici". 

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