23-07-2018 ore 19:45 | Politica - Dal cremasco
di Marilisa Cattaneo

Scrp. Costi, incarichi e il ruolo del presidente Pietro Moro: le domande del sindaco Grassi

"Pietro Moro non si è chiesto il motivo per il quale otto soci se ne vanno da Scrp? E soprattutto la presidenza della società è un ruolo adatto per un avvocato?". Si chiude con queste domande la lettera del sindaco di Casale Cremasco Antonio Grassi sulla scia del recesso dalla Società cremasca reti e patrimonio. Dopo le due missive di riposta inviate dal presidente Pietro Moro ai comuni soci, Grassi torna sulla questione ponendo diverse domande: "Se è apprezzabile lo sforzo fatto dal presidente non altrettanto lo sono alcuni passaggi e il tono dei documenti".

 

I costi dei dipendenti

"Moro spiega che il milione e 85 mila euro spesi per i 15 dipendenti, pari a un costo medio pro capite di oltre 72 mila euro non corrisponde allo stipendio che riceve il dipendente ma al costo che sostiene l’azienda con tutti gli oneri diretti e indiretti, coerenti con il contratto nazionale del lavoro di riferimento. Davvero Moro crede che i soci abbiano l’anello al naso? Ha veramente pensato che intendessero lo stipendio? Se così fosse, ma si spera di no, ci sarebbe una ragione in più per giustificare il recesso da Scrp. Nessuno ha parlato di stipendi. Di costi, questi sì".

 

Competenze, incarichi e "il vortice delle consulenze"

"A pagina 22 del bilancio 2017 - continua Grassi - si legge che Scrp sta valutando l’integrazione del proprio organico con figure che abbiano competenze oggi non presenti in società, affermazione che contraddice quanto scritto a pagina 15 dove viene riportato che Il successo di Scrp e delle società del gruppo si è consolidato nel tempo attraverso la costituzione di una struttura operativa di elevata competenza in grado di assolvere ai progetti ed alle attività richieste dai soci ed approvate dagli amministratori. Per questa elevata competenza l’iter per assegnare l’appalto rifiuti è durato solamente tre anni e qualche mese e costato decine di migliaia di euro in consulenze. Moro informa che nella scelta dei consulenti è stato sempre adottato un principio di rotazione. Nel 2017 ad un studio legale sono state conferite sette consulenze, sei assegnate il 3 agosto. E ad un altro ne sono state date cinque. Più che una rotazione, un vortice".

 

Avvertimenti "da bar sport"

"E’ triste l’avvertimento che Moro manda ai soci: il presidente scrive che ogni affermazione o anche semplici insinuazioni che mettano in dubbio la veridicità e la correttezza del bilancio è da me considerato assolutamente irricevibile e, se reiterato, sarà oggetto di valutazioni nelle competenti sedi. Il presidente reitera l’avvertimento nella seconda lettera, là dove sottolinea che la leggerezza delle affermazioni di Cristiani nel criticare l’operato della società meriterebbe una riflessione in altra sede. E si può immaginare quale. Così non si va da nessuna parte. Con gli avvertimenti non si costruiscono ponti. Si scavano fossati. Non è bello che un presidente mostri i muscoli ad un socio, metodo più consono ai frequentatori del bar sport dove è facile sentire: "Stà aténte cumè ta parlèt perché se ta sbagliét ta fo an cùl anse".

 

Dalle consulenze ai documenti secretati

"Sarebbe più utile se Moro rispondesse alle seguenti domande. Perché insieme alla convocazione dell’assemblea del 21 giugno era allegata una delega con già indicato il delegato ovvero il comune di Crema? Perché non è stato inviato il bilancio 2017 ai soci come era sempre avvenuto in passato? Perché Scrp ricorre a consulenze e incarichi esterni per un ammontare superiore, nel 2017, ai 600 mila euro? In un’azienda diversa da Scrp, cosa succederebbe se la predisposizione di una gara d’appalto come quella dei rifiuti si prolungasse per oltre tre anni? Se un progetto  come quello dei varchi presentato ai soci, pronto per partire, venisse modificato più volte nel corso dell’anno successivo e risultasse completamente diverso da quello iniziale? Se i soci approvassero una delibera proposta dal consiglio di amministrazione per la caserma vigili del fuoco e un mese dopo venisse annullata? Se si scegliessero consulenti che suggeriscono soluzioni impraticabili con delibere comunali con allegati secretati?"

 

Strade percorribili e azioni

Grassi domanda: "Perchè se un consulente respinge, il 28 maggio e 5 giugno 2015, la richiesta di un socio perché giudicata incompatibile con la legge e quindici giorni dopo, il 18 giugno, un altro consulente la ritenesse percorribile? Se per evitare il possibile conflitto d’interessi di un dipendente si spendessero migliaia di euro per un parere legale e si incaricasse una persona esterna per svolgere un lavoro di competenza del dipendente stesso? Se il consiglio di amministrazione di una società delle stesse dimensioni di Scrp vendesse il 2 gennaio azioni in portafoglio per un ammontare di alcuni milioni di euro e i soci apprendessero della cessione - legittima sia chiaro - il 25 maggio da un quotidiano nazionale, notizia confermata dalla società lo stesso giorno, durante un’assemblea e a seguito di espressa richiesta di delucidazioni di un socio?"

 

Affidamento della gestione aziendale

Infine: "Moro non si è chiesto il motivo per il quale otto soci se ne vanno da Scrp? Il presidente è una persona stimabilissima e molto simpatica quando, con lo stile didattico e oratoria da predicatore nero dell’Alabama, illustra ai soci in assemblea il tema in discussione e nessuno dubita della sua rettitudine, ma questo non impedisce di porre l’ultima domanda: la presidenza di Scrp è un ruolo adatto per un avvocato? Non sarebbe più appropriato affidarla a un manager esperto di gestione aziendale? Non un premio nobel o un Ronaldo dell’economia. Basterebbe un managerino".

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