23-04-2016 ore 20:00 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Cremasco. Area vasta, “il lavoro inizia ora”. Rossoni sicuro: “Il futuro è a ovest”

In vista del referendum costituzionale, andremo al voto ad ottobre, la regione ha promosso una serie di tavoli di lavoro a carattere provinciale per incontrare i referenti istituzionali, fare il punto della situazione a livello normativo e prima di procedere alla definizione delle aree vaste o dei cantoni, recepire le istanze dei portatori d’interesse. La procedura dura un mese, massimo un mese e mezzo. Mentre si apriva quello di Cremona, Lodi ieri ha chiuso il suo e l’assemblea ha fornito l’indicazione di aderire alla città metropolitana. Vediamo cosa può significare per il Cremasco.

 

La ricerca di relazione

Per il sindaco di Offanengo Gianni Rossoni, che ha ricoperto anche il ruolo di vice presidente della Regione Lombardia, “non è una novità o lodigiani guardino alla città metropolitana come loro obiettivo”. Eppure, il fatto che non abbiano chiuso il percorso istruttorio con la richiesta di adesione alla città metropolitana entro il 20 aprile può aprire scenari molto interessanti: “in questo momento stanno facendo alcune riflessioni sul ruolo, l’autonomia e la rappresentanza che potrebbero avere nella città metropolitana e hanno apprezzato il nostro atteggiamento, hanno apprezzato la ricerca di una relazione col Cremasco. Siamo entrambi interessati a capire, lavorando insieme, quali prospettive possiamo avere col prossimo riordino delle autonomie locali. Stiamo valutando come conciliare le rispettive esigenze”.

 

La partecipazione

Secondo Rossoni non si tratta di una questione per addetti ai lavori: “il riordino delle autonomie è un tema che interessa tutti e al quale tutti devono partecipare, sentendosi protagonisti. Sarebbe interessante che anche le categorie economiche ed i sindacati iniziassero ad esprimersi rispetto a questo tema. È un percorso molto complicato e decisivo, mi piacerebbe ascoltare qualche altra opinione. Quali sono le nostre prospettive? Dobbiamo avere l’obiettivo di essere considerati come area omogenea all’interno della Provincia di Cremona, cosa che accadrà il 29 aprile”. Quindi, una volta istituzionalizzata l’area omogenea cremasca, “lavorare alla possibilità di ottenere deleghe o dall’area vasta oppure direttamente dalla Regione. Se questo avverrà, ci verrà riconosciuta un’identità”.

 

Il futuro è ad ovest

Lo sguardo, ne è certo il sindaco di Offanengo, “è rivolto ad ovest, a Milano, in particolare per quanto concerne sanità, istruzione e lavoro. Stiamo pensando e lavorando a quello che vogliamo e che possiamo essere fra 20 anni; il tema infrastrutturale dovrà essere adeguato ai nostri progetti. È del tutto evidente che come Cremasco non abbiamo nulla che ci lega con Mantova”.

 

Conta il risultato

È nata qualche polemica perché i sindaci cremaschi non sono stati invitati a partecipare al tavolo di Cremona con il sottosegretario Nava. È davvero un problema? “Il problema non esiste, non darei troppa enfasi a questa questione. Il lavoro inizia ora, dobbiamo preoccuparci del risultato; ciò che conta è che il documento finale che il tavolo provinciale manderà in Regione tenga conto delle nostre idee”.

 

Confronto pubblico

Nel frattempo, il deputato di Sinistra italiana Franco Bordo, ha promosso per lunedì 9 maggio, alle ore 20.45, “un confronto pubblico con protagonisti i rappresentanti di tutte le organizzazioni di categoria, delle realtà imprenditoriali e dei rappresentanti dei lavoratori a cui sono invitati i sindaci del cremasco e le figure politico-istituzionali del territorio. All’incontro hanno già aderito Reindustria, Associazione industriali, Libera agricoltori, Coldiretti, Cgil, Cisl e Uil, Libera artigiani, Cna, Polmec, Ascom, Asvicom e Confesercenti. L’appuntamento è presso il comune di Crema.

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