Approvato a maggioranza (14 voti favorevoli e 7 contrari), il bilancio 2024 del comune di Crema “è tutt’altro che ragionieristico” e anzi, “indica chiaramente le priorità, all’interno di un contesto complicato”. Entrando nei dettagli con Teresa Caso, vediamo che “le entrate sono minori a fronte di spese maggiori”. Il comune ha dovuto fronteggiare “rincari superiori al 50 per cento per le utenze energetiche: va ricordato che nel 2022 avevamo ricevuto un rimborso statale di 650 mila euro”. Rimborso che nel 2023 non è stato confermato.
L’oculatezza e i tagli del governo
Alla difficile situazione attuale si aggiungeranno “i tagli alla finanza locale previsti nella legge di bilancio 2024 del governo, che da qui al 2028 farà mancare ai comuni un miliardo di trasferimenti: sono 200 milioni l’anno”. Sull’argomento la consigliera di Crema aperta ha tentato invano di aprire un dibattito coi colleghi di minoranza, punzecchiandoli “sull’importante oculatezza nell’amministrare le risorse da parte dell’amministrazione”. Dicendosi convinta che “i cittadini di Crema non potranno che apprezzare la scelta di privilegiare l’uso dei fondi messi a disposizione dal Pnrr per il nuovo asilo nido e la Pierina, senza pesare sulle casse comunali”.
La priorità nelle polemiche
Proprio gli investimenti sostenuti dal Pnrr “sono parte integrante delle politiche progettuali di quest’amministrazione. Progettualità che si stanno concretizzando. C’è qualche ritardo ma i progetti ci sono, sono concreti e sono in fase di realizzazione. Non considerare tutti i progetti in campo è indice di strabismo strumentale”. È tornata poi a chiedere all’opposizione “un atteggiamento più costruttivo: si lamentano dei ritardi e poi si sfilano arrivati al dunque, prediligendo le polemiche alle azioni positive, così come è successo in occasione dell’ultima variazione di bilancio sul ponte di via Cadorna, che in via prudenziale allocava ulteriori 200 mila euro per lo spostamento dei sottoservizi, giusto per evitare per il rischio di possibili ritardi”. Il diritto di critica è legittimo, prosegue Caso, “ma se come affermano in tutte le salse il ponte è una priorità, è incomprensibile che abbiano votato contro. Forse allora è una priorità solo nelle polemiche”.
L’incremento della spesa sociale
In questo bilancio molti investimenti trovano copertura con supposte alienazioni: “D’altra parte le scelte devono tradursi in numeri sostenibili di bilancio perché, a differenza del governo che può finanziare quasi due terzi della sua manovra in deficit, i comuni devono far quadrare i conti garantendo il pareggio”. Ad oggi “la spesa corrente supera i 41 milioni, il welfare impatta per il 25,3 per cento a cui si aggiunge l’istruzione per l’11,5 per cento. Numeri importanti in cui è necessario entrare perché sarebbero incomprensibili se non inquadrati nel quadro socio-economico complessivo. La spesa sociale ha avuto un forte incremento negli ultimi anni: siamo passati da 5.168.000 nel 2010 (17,5 per cento del totale del bilancio) a 7.422.995 nel 2016 (22,3 per cento) superando i 10.744.847 nel 2022 (27,6 per cento)”.
Potere d'acquisto
Nei numeri è rappresentata plasticamente “la difficoltà del vivere”. Da qui derivano “il sostegno alle fragilità e alle solitudini”. Teresa Caso cita la difficoltà di conciliare “tempi di cura e lavoro con la voglia e la gioia del vivere”. Ecco quindi “l’asilo nido, il sostegno all’istruzione, alla cultura e allo sport”. La pandemia ha avuto pesanti strascichi in città e nel territorio, impattando in modo sensibile sulle persone: una situazione aggravata “dall’inflazione, che in questi ultimi due anni ha registrato una impennata che non si vedeva da 40 anni. La perdita di potere d’acquisto si è tradotta inevitabilmente in un peggioramento del tenore di vita e delle condizioni socio-economiche delle famiglie che fanno fatica ad affrontare la quotidianità. Aggiungendo nuove fragilità a vecchie povertà”.
L’impoverimento strutturale
Anche Crema e il cremasco devono affrontare “uno scenario di impoverimento diffuso che sta diventando strutturale e non può più essere affrontato con interventi emergenziali come fa il governo con le misure recentemente annunciate”. Per la consigliera di maggioranza “è facile prevedere che la situazione si aggraverà ulteriormente e che la platea della fragilità e delle marginalità sociali sia destinata ad espandersi”. L’attualità può essere rappresentata da un dato: “per chiedere sostegni e consulenze, nel 2022 allo sportello abitare sono stati registrati 465 accessi contro i 160 del 2020: gli accessi si sono tradotti in 212 domande di sostegno a fronte delle 68 del 2020. Ritengo che in un momento così, il taglio del fondo affitti decisi dal governo sia particolarmente grave”.
L’onda d’urto
Quella che Teresa Caso chiama “onda d’urto”, ricade sulla rete dei servizi sociali locali e quindi sul bilancio del comune. Situazioni sociali così complesse richiederebbero politiche strutturali di portata e invece sono sempre più scaricati sui comuni che sono lasciati soli a gestire e spesso a finanziare, in alcuni casi esclusivamente con risorse proprie, interventi non programmabili. Spesa non programmabile perché non prevedibile, che non vuol dire affatto fuori controllo”. Si tratta dei costi legati al Saap, “il servizio di assistenza per l’autonomia personale che stanno esplodendo in maniera esponenziale con incrementi a due cifre, all’accoglienza dei minori allontanati dalle famiglie per decreto del giudice minorile e dei minori stranieri non accompagnati”. E ancora “all’accoglienza in struttura dei minori stranieri diventati nel frattempo maggiorenni che fino ai 21 anni, sono a completo carico del comune e senza nessun rimborso statale”. Non vanno dimenticati “l’aumento delle richieste di integrazione delle rette degli anziani in Rsa, la compartecipazione comunale è stabilita sulla base dell’Isee e l’aumento delle richieste di sostegno delle condizioni di fragilità economica”.
La sostenibilità del sistema
“In questo quadro di fragilità crescente destinare una parte dell’avanzo di bilancio all’equilibrio della spesa corrente è stata una scelta etica ancor prima che politica. Senza welfare non c’è tenuta e coesione sociale che tengano. È questa l’anima del bilancio, un’anima solidale”. Le forze politiche della città, anziché dibattere sulle minuzie o perdersi in personalismi, dovrebbero interrogarsi “sulla sostenibilità del sistema di welfare. È necessario massimizzare le risorse con approcci strategici e non disperdendo nulla in interventi spot che da soli avrebbero scarsa efficacia”.