22-12-2019 ore 20:05 | Politica - Crema
di Antonio Grassi

È morto Maurizio Noci. Socialismo cremasco in lutto, la camera ardente sarà in Comune

“Oggi è un brutto giorno. È morto Maurizio Noci, Mao per i compagni socialisti e per tutti quelli che avevano confidenza con lui.  Non era maoista, ma socialista convinto nella buona e nella cattiva sorte. Socialista, quando Bettino Craxi era la stella polare dell’Italia. Socialista, orgoglioso di esserlo, quando  Bettino -  lui lo chiamava per nome -  era precipitato agli inferi e il partito si era squagliato. Socialista fino all’ultimo respiro di oggi”.

Simbolo del socialisti cremaschi
“Con lui  se ne va uno dei pilastri del Psi cremasco. Non so se il più importante. Di sicuro,  l’uomo che negli ultimi quarant’anni ha caratterizzato la fisionomia del partito, ne ha determinato le sorti e  lo ha rappresentato. Basterebbe questo per ricordarlo e rendergli omaggio, ma sarebbe ingiusto nei suoi confronti se non gli venisse riconosciuto anche un ruolo da protagonista su alcune scelte rilevanti per la città e per il nostro territorio. Ai tempi della prima repubblica, i politici che possedevano capacità organizzative, intuito e lungimiranza superiori alla media dei colleghi,  venivano chiamati cavalli di razza. Maurizio Noci rientrava tra costoro. Era, con un linguaggio di oggi, un top player riconosciuto anche dai vertici nazionali del partito, che non avevano esitato ad assegnarli  incarichi di rilievo a livello governativo. Ha ricoperto infatti il ruolo di sottosegretario all’agricoltura e  foreste e  di vicepresidente della commissione vigilanza dei servizi televisivi, per citarne due”.
 

L'impegno per il territorio

“Diversamente da oggi, dove ronzini assurgono a purosangue in un battibaleno e altrettanto rapidamente tornano nell’oblio, allora per essere definiti cavalli di razza era necessario un cammino lungo e faticoso. Maurizio Noci lo aveva  percorso per intero con umiltà e sacrificio. Aveva conquistato i galloni sul campo e il suo cursus honorum lo testimonia: operaio all’Everest, sindacalista, consigliere comunale, assessore, sindaco di Crema, senatore, deputato. Con la crisi del Psi, aveva lasciato la politica attiva, ma non aveva smesso di interessarsi dei problemi del territorio e  ad impegnarsi per mantenere viva l’idea e la tradizione socialista  concretizzatasi  con la costituzione della Comunità socialista cremasca. L’ho incontrato l’ultima volta alcuni mesi fa  durante un pranzo a casa sua, invitato per festeggiare l’uscita del volume di Andrea GalvaniFatti e protagonisti del socialismo cremasco, da lui fortemente voluto per lasciare una testimonianza del lavoro del Psi sul nostro territorio. Eravamo in sette, il male lo aveva già colpito e tutti i presenti lo sapevano, ma alla fine del pranzo mi ero chiesto se fosse veramente ammalato. Aveva intrattenuto i commensali con aneddoti sul partito, chicche sul suo soggiorno romano e sulle vicende cittadine, ma soprattutto aveva sciorinato una serie di proposte politiche e iniziative da intraprendere per il futuro dei socialisti e del Cremasco. Un fiume in piena come può esserlo solo un giovane entusiasta  e desideroso di cambiare il mondo. Avevo pensato a Bob Dylan e a Forever young. Agli higlander, ma dimenticavo che esistono solo al cinema e oggi sono qui incredulo e attonito a commemorare la sua scomparsa”.
 

Sognatore e pragmatico
“Con lui ho avuto un rapporto sempre schietto. Spesso le nostre posizioni non coincidevano e in alcune occasioni collidevano, circostanze che però non ci hanno impedito di percorrere un tratto di strada insieme. Un tratto molto intenso e proficuo e per me assai importante. Gli sono grato. Mai gli avevo riconosciuto  questo merito. Lo faccio adesso in ritardo e me ne dispiaccio. Diventato cavallo di razza, Maurizio Noci non aveva dimenticato le sue radici ed era rimasto un compagno con le caratteristiche che questa condizione assumeva nei partiti di sinistra di un tempo. Era radicale e tollerante. Sognatore e pragmatico. Duro con gli avversari, ma pronto al dialogo. Era benvoluto dai militanti di partito e anche i dissidenti gli riconoscevano la stoffa del leader.  Era un uomo che credeva nella politica e che ha voluto bene alla città e al Cremasco tutto. Lascia la moglie Manuela e il figlio Mario, ai quali era legatissimo. La salma sarà esposta a partire da lunedì 23 dicembre nella Sala dei Ricevimenti del palazzo comunale di Crema. Riposa in pace compagno Maurizio. Ciao Mao, ci mancherai”.

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