C'è anche la richiesta dell'ambito territoriale di Crema tra quelle finanziate da Regione Lombardia per il progetto Care leavers, rivolto a ragazzi che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell'autorità giudiziaria che li abbia collocati in una comunità residenziale o in affido etero-familiare. Lo stabilisce una delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta regionale, su proposta dell'assessore alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità, Alessandra Locatelli.
Verso l'autonomia
“L'iniziativa – ha spiegato Locatelli - rientra tra le azioni di contrasto alla povertà previste dal Piano povertà ed è finalizzata a favorire il raggiungimento dell'autonomia da parte dei ragazzi attraverso la definizione di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa”. Le risorse complessive a disposizione ammontano a 612.244 euro e “rappresentano l'80 per cento del costo complessivo del progetto”. “La restante quota del 20 per cento - ha continuato - è a carico di ciascun ambito con risorse proprie o con la valorizzazione delle spese ammissibili”. “La sperimentazione – ha sottolineato – interesserà tre gruppi di neomaggiorenni, prevedendo per ciascun gruppo progetti di durata triennale, con un'iniziativa che di fatto si estenderà su 60 mesi, suddivisi in tre fasi di lavoro tra loro integrate e che prevedono compiti e tempi differenziati secondo il piano di attività”. Oltre a Crema sono state selezionate le richieste degli ambiti territoriali di Visconteo sud Milano, Lodi, Mantova, Carate Brianza, Bassa bresciana orientale 10, San Giuliano milanese e Valle Imagna e Villa d’Almè.
Sostegno
L'intento è quello di offrire un sostegno concreto a questi giovani “soprattutto in un momento delicato quale è quello che stiamo vivendo. L'emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica e sociale richiedono un'attenzione ancora maggiore verso i nostri giovani. In particolare, questi ragazzi ormai autonomi per legge, hanno ancora bisogno di essere seguiti per raggiungere anche un'autonomia reddituale, lavorativa e psicologica e non possono contare sull'appoggio della famiglia”. “L'approccio che viene adottato - ha sottolineato - è multidisciplinare e volto a mettere a disposizione di questi giovani un sostegno economico, ovvero la Borsa per l'autonomia, e un tutor, vale a dire una figura di accompagnamento che ha lo scopo di aiutare i care leavers nel delicato passaggio verso l'età adulta, affrontando i cambiamenti legati al processo di uscita in autonomia dalla comunità o dalla famiglia affidataria”.