22-06-2015 ore 17:52 | Politica - Spino d'Adda
di Stefano Zaninelli

Paullese. L’attenzione si sposta verso la provincia Milanese. Sorte: “vinto lo scudetto della mobilità, ora le risorse per il ponte”

Si era detto 24 mesi e così è stato: i lavori del secondo lotto della Paullese sono terminati e la nuova tratta è stata inaugurata stamattina: circa 8 chilometri da domani percorribile in entrambi i sensi di marcia, tra Dovera e Spino d’Adda. Autorità politiche di tutti i livelli istituzionali - dal locale alla Regione sino al Parlamento - hanno preso parte al taglio del nastro, anticipato dalla benedizione di monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi. Il progetto, disegnato e realizzato dai tecnici della provincia di Cremona, si pone come potenziamento del collegamento tra il territorio cremasco e l’hinterland milanese.

 

Vincere lo scudetto

“Inaugurare questa tratta è come vincere lo scudetto, significa aver messo un altro mattone su un’importantissima opera infrastrutturale qual è la Paullese – ha commentato Alessandro Sorte, assessore regionale Infrastrutture e Mobilità – al servizio dei cittadini delle province di Cremona e di Lodi che vanno a Milano a lavorare. Penso sia un’inaugurazione importante perché Regione Lombardia investe su questo tratto 40 milioni di euro. Crediamo nella mobilità, nella libertà di spostamento: un cittadino è libero in base alla sua capacità di movimento. Per quanto concerne il nuovo ponte sull’Adda, penso dobbiamo fermarci a ragionare su come finanziarlo: ci sono tante ipotesi sul tavolo ma la Paullese va fatta tutta. Già da domani saremo al lavoro per trovare le risorse, pubbliche o private che siano”.

 

 

Opera della provincia

“È  una situazione quasi paradossale – aggiunge Carlo Vezzini, presidente della provincia di Cremona –  perché parlando di province l’opinione pubblica pensa sempre a uno spreco. In realtà, con questa progettazione dimostra che non merita questo tipo di trattamento. Al di là dell’importanza dell’opera territoriale, mi piace ricordare che dietro c’è l’importante lavoro svolto dai dipendenti. Ora non resta che concludere l'opera col ponte, trovando le risorse necessarie. Regione Lombardia si è sempre dimostrata aperta: abbiamo idee chiare e presentiamo road map puntuali: è una progettazione fondamentale anche a livello regionale”.

 

Massimiliano Salini, monsignor Maurizio Malvestiti, Carlo Vezzini, Alessandro Sorte (foto © Cremaonline.it)

Vittoria inopinabile

“Quella di oggi è una vittoria senza se e senza ma – ha affermato Paolo Riccaboni, sindaco di Spino d’Adda – di Paullese se ne parla da 35 anni: parole senza opere. Negli ultimi 4 anni questa strada è stata progettata, finanziata, messa a gara, sono stati vinti i ricorsi e l'opera è stata ultimata. Se ora se guardiamo verso Crema vediamo una strada completa, verso Milano c’è ancora da fare, ma sul progetto globale di 300 milioni di euro, manca circa il 10% delle risorse. La Paullese si riqualificherà integralmente, non ho dubbi: azzardo l’inaugurazione del ponte nel 2018 o 2019 e l’intera Paullese entro il decennio. Questa tratta collega il Cremasco al sistema viabilistico della Lombardia orientale. Negli ultimi anni sono state riqualificate la Padana superiore, la Cassanese, la Rivoltana, la Paullese, l’A4, l’A1, è stata inaugurata la BreBeMi e l’arco Teem, che le collega tutte. Tutto funzionerà al meglio quando saranno completate”.

 

L’attrazione milanese

“Quello della Paullese è un tema annoso – ha riepilogato Stefania Bonaldi, sindaco di Crema – la strategicità connessa è estrema. Tuttavia, non è finita qui: anche l’inaugurazione di stamattina concorre a dimostrare come l’intero territorio cremasco gravita attorno alla città di Milano. È sintomatico che la parte cremasca di quest’infrastruttura sia già stata completa integralmente ed ora l’attenzione venga concentrata sul ponte sull’Adda, verso la provincia di Milano. Accorciare le distanze con il capoluogo lombardo è di vitale importanza per Crema: per il lavoro, l’economia, gli studi ed il pendolarismo. La partita della mobilità deve continuare con il completamento dell’opera, senza dimenticare il discorso ferroviario: su quest’ultimo rischiamo di essere retrocessi in serie Z. Entrambe le strade per il miglioramento dei trasporti, su gomma e su ferro, devono essere percorse in modo significativo”.

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