21-05-2025 ore 11:34 | Politica - Crema
di Eliana Lanfranchi

Occupazione di Gaza. Teresa Caso: 'L'Europa deve dare un segnale politico chiaro a Israele'

“All’indomani del massacro di israeliani innocenti operato da Hamas quel tragico 7 ottobre 2023 e della risposta di Israele contro tutta la popolazione palestinese al di fuori di ogni norma del diritto internazionale, abbiamo condiviso all’unanimità, maggioranza e minoranza, una mozione che auspicava il ristabilimento del diritto internazionale e la ripresa dei negoziati che riconoscesse la legittimità dei due popoli ad avere due Stati”. Questo l’intervento della consigliera di maggioranza, Teresa Caso, sulla situazione a Gaza. “Certo non pensavamo di cambiare le sorti del mondo con quella mozione, ma è stato un momento di condivisione importante per noi che ci siamo confrontati su una questione così delicata e trovati concordi sulla necessità che il diritto internazionale fosse condizione inderogabile nei rapporti tra popoli”. 

 

Situazione precipitata

Per la consigliera, la situazione è decisamente precipitata: “sembra avviarsi verso un epilogo drammatico dagli effetti non prevedibili, ma certamente catastrofici sul piano umano e sul piano dei già difficili equilibri geopolitici internazionali. Sessanta mila palestinesi, di cui almeno 20 mila bambini, oltre 409 operatori umanitari uccisi dalle forze armate israeliane e 120 mila feriti tra la popolazione civile, un territorio quasi completamente distrutto dai bombardamenti. Cancellate le infrastrutture civili di Gaza, comprese elettricità, acqua e fognature, distrutto il sistema sanitario, tutte le dodici università e tantissime scuole, lasciando migliaia di studenti senza istruzione. Sono stati irragionevolmente bloccati gli aiuti umanitari destinati a Gaza, cosicché centinaia di migliaia di bambini sono malnutriti e rischiano la morte per fame. Gli obitori della Striscia hanno ricevuto migliaia di corpi non identificati e senza i kit necessari per gli esami del Dna, gli addetti non hanno altra scelta che seppellirli in fosse comuni, senza un nome. Ci sono persone che cercano per mesi i propri cari sotto le macerie scavando a mani nude o tra i sopravvissuti sperando di trovarli ancora vivi. Molti palestinesi non avranno mai certezze sulla sorte dei propri figli, genitori, fratelli e sorelle. Io credo che tutto questo faccia gelare il sangue a ognuno di noi, penso che umanamente sia insostenibile tanto orrore”.

 

Principi fondamentali violati

“Ma non finisce qua, prosegue Teresa Caso: “dopo le bombe e la fame, ora il governo Netanyahu ha votato all’unanimità di occupare militarmente il 90 per cento del territorio della striscia di Gaza e spostare forzatamente l’intera popolazione nel restante 10 per cento. Questo vuol dire che oltre due milioni di persone verranno deportate a forza in un’area di 45 chilometri quadrati. Gli israeliani concederanno in tutto solo 60 camion di merci al giorno, contro i 600 considerati dall'Onu come il minimo indispensabile. Il che vuol dire che sarà previsto solo un pacco alimentare al giorno, appena necessario per sopravvivere, solo cibo secco o conservato e senza nulla di fresco. Il tutto per una popolazione che conta il 30 per cento di bambini già con malnutrizione acuta a rischio di morte. Questo secondo l’Onu ‘viola i principi umanitari fondamentali e sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell’ambito di una strategia militare’”.

 

Serve un segnale politico dall’Europa’

“Le decisioni del governo israeliano non hanno nulla a che fare con la sicurezza o con il diritto di difendersi. Si è andati oltre ogni ragione, arrivando a un vero e proprio punto di rottura. ‘Israele è andato ben oltre i limiti del diritto di difesa, facendo stragi di civili e distruzioni immani. La guerra a Gaza ha avuto connotati di ferocia inaccettabili’, queste le parole della senatrice Liliana Segre,che non può certo essere accusata di antisemitismo, dicono chiaramente che il massacro del 7 ottobre di Hamas non può giustificare quella che è, a tutti gli effetti un’occupazione militare e un genocidio. Domani ci interrogheremmo su come sia potuto accadere ciò che sta accadendo oggi e perché non si è fatto nulla per fermare il massacro che si sta consumando oggi in Palestina. Nessuno potrà più dire ‘non sapevamo’. Chiunque oggi si volti dall’altra parte e non muove un dito fingendo di non vedere è da considerare complice e ne dovrà risponderà davanti alla storia. È urgente che l’Europa dia un segnale politico chiaro a Israele. Alcuni paesi l’hanno già fatto. Anche il nostro governo ha il dovere politico, etico e morale di esprimere la ferma condanna per il piano di occupazione di Gaza e per il proseguo di quello che a tutti gli effetti è il massacro di un intero popolo. Perché per proteggere la pace, prima delle alleanze politiche ed economiche, vengono il diritto e la giustizia internazionale”.