21-03-2023 ore 18:05 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

'Solidarietà e vicinanza alle donne iraniane', il consiglio comunale di Crema è unanime

“L’auspicio è che l’Iran fermi immediatamente la violenta stretta sulle proteste. È inaccettabile morire a 20 anni, lo è ancor di più per difendere il diritto al proprio dissenso contro usanze arcaiche, diritto che deve essere tutelato in tutte le circostanze, denunciando ogni regime contrario ai principi di libertà individuale”. Il consiglio comunale di Crema ha approvato all’unanimità una mozione di solidarietà e vicinanza alle donne iraniane, private dei propri diritti civili.

 

Masha Amini

Per la maggioranza, la consigliera Nancy Pederzani ha ricordato l’uccisione di due donne, senza pietà, per aver indossato in modo scorretto il velo e per aver manifestato dissenso al governo in difesa dei diritti civili: “Masha Amini è morta a soli 22 anni nelle mani della polizia morale, che l’aveva fermata per strada a Teheran, dove era appena arrivata con la famiglia, per una visita ai parenti: presa, caricata su un van e picchiata già mentre era a bordo, mentre ai genitori veniva detto che l’avrebbero rilasciata dopo una ‘sessione di rieducazione’. Poche ore dopo Masha è arrivata al pronto soccorso i stato di morte cerebrale. Ufficialmente deceduta per un improvviso attacco cardiaco o forse epilessia. Secondo quando dichiarato dal padre, Masha stava bene fino a che “il regime glielo ha consentito”.

 

L’uccisione di Hadis Najafi

“Alcuni giorni dopo Hadis Najafi, ad appena 20 anni, è stata assassinata dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste nella città di Karaji, vicino a Teheran, con sei colpi di proiettile. La giovane era diventata un simbolo delle proteste: quando affrontava la polizia era senza velo perché contraria all’hijab obbligatorio e alle leggi discriminatorie della repubblica islamica. In un video circolato sui social, si vedeva la ragazza legarsi i capelli con l’elastico prima di unirsi ai manifestanti. Un gesto comune a tante ragazze occidentali, fatto ogni giorno, ma che in Iran si può pagare con la vita”.

 

Libertà di espressione e dissenso

“È impensabile morire per un velo indossato male o per rivendicare il diritto di libertà di espressione o di dissenso ed è inaccettabile che venga usata la violenza nei confronti di chi dissente dal pensiero unico dominante, diffuso attraverso la propaganda e il mainstream mediatico. Ci troviamo di fronte a morti insensate e continui abusi della polizia morale, dove una donna non è libera neppure di tagliarsi i capelli, quei capelli che la legge islamica vuole coperti dal velo”.

 

Diritti civili

“La morte di Masha e Hadis sono l’ultimo tassello di uno stillicidio di violenza, la cui totale gratuità le rende forse più odiose di altre, in un Paese che solo nei primi sei mesi di quest’anno ha mandato al patibolo 251 persone, dopo processi irregolari. Masha e Hadis non hanno avuto nemmeno un processo. Le loro morti devono essere indagate e chiunque sia provato responsabile deve risponderne. Le autorità iraniane dovrebbero attenersi strettamente ai principi contenuti nel Patto internazionale sui diritti civili e politici, del quale l’Iran è parte”.

 

Ferma condanna

La mozione approvata all’unanimità da tutti i consiglieri, chiede al sindaco e alla giunta comunale di rappresentare “all’ambasciata della repubblica islamica dell’Iran della ferma e unanime condanna del comune di Crema per l’assassinio delle giovani donne e per la grave negazione dei più elementari diritti civili e umani”.

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