20-12-2018 ore 12:38 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Scrp ora diffida gli otto recessori. I sindaci tornano a chiedere risposte a quesiti inevasi

Gli otto sindaci che hanno esercitato il recesso delle quote di Scrp fanno sapere (in allegato la nota stampa integrale) di aver ricevuto tramite posta elettronica certificata una diffida a “reiterare attività mediatiche a discredito di Scrp, siccome dal porre in essere condotte ostative al proseguimento dei pubblici interessi sottesi all’attività sociale”. Al riguardo Marco Arcari sindaco di Ticengo, Rosolino Bertoni sindaco di Palazzo Pignano, Luca Cristiani sindaco di Casaletto di Sopra, Gabriele Gallina sindaco di Soncino, Antonio Grassi sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, Nicola Marani sindaco di Salvirola ed Attilio Polla, sindaco di Romanengo di domandano “perché tanta paura di finire sui media?”


Domande senza risposta

I sindaci sostengono di aver sempre riportato fatti comprovati con citazioni estratte da documenti redatti da Scrp o suoi consulenti”. La stessa azienda “non ha mai contestato una virgola sulle informazioni o comunicazioni dei sottoscritti riportate dai media. Anzi i recedenti, attraverso i mezzi di comunicazione hanno sollecitato risposte senza averne mai ricevute. L’occasione è quindi utile per riproporre queste domande, sperando in una risposta da parte della persona dello scarabocchio. Perché non è stato inviato ai soci il bilancio 2017 come era sempre avvenuto in passato? Perché Scrp è ricorsa a consulenze e incarichi esterni per un ammontare superiore, nel 2017, ai 600 mila euro? Perché il costo (non lo stipendio) annuo medio del personale è di circa 71 mila euro per dipendente?”

 

Soci buoni e soci cattivi

Secondo gli otto recessori “altro tema deludente è la pervicacia di Scrp di creare una frattura tra i soci. Quelli buoni che sono rimasti e quelli cattivi, che sono usciti. Se non ci sono problemi per la liquidazione delle quote dei soci recedenti, perché tanta preoccupazione per la loro fuoriuscita? Lo si spieghi. Perché ci si straccia le vesti se una minoranza ha deciso di lasciare Scrp? E scusate, ma se fino a sei mesi fa tutto andava bene e a gonfie vele, come pubblicizzato con enfasi e giusta soddisfazione dal consiglio di amministrazione durante l’assemblea di bilancio, perché si liquida Scrp? Cosa è cambiato da luglio dicembre nella società da imporre una inversione ad u? Non lo sappiamo. Un dato solo è certo: non si sostenga che la colpa è dei recedenti e degli articoli apparsi stampa scritta e online. Meditate gente, meditate”.

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