20-10-2021 ore 20:12 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

‘Sciogliere Forza nuova’, sette consiglieri di minoranza non partecipano alla votazione

Il consiglio comunale di Crema ha approvato a maggioranza (al voto sono usciti dall’aula i consiglieri di minoranza, ad esclusione del referente dei Cinque Stelle) la mozione presentata dalla Sinistra italiana: Aggressione alla Cgil, attacco alla struttura democratica del Paese. Dopo una corposa discussione e un paio di interventi stizziti, con toni decisamente poco consoni, si è arrivati ad un documento emendato. Il sindaco Stefania Bonaldi ha ricordato di aver partecipato alla manifestazione antifascista organizzata a Roma dalle organizzazioni sindacali perché convinta “che fosse il mio posto, come cittadina e come amministratrice”, ritenendo fosse suo dovere (e di ogni istituzione) rappresentare “in ogni occasione e in ogni sede che le forze violente non riusciranno a vincere. Nessuno può chiamarsi fuori rispetto ad un posizionamento. Non c’è alcuno spazio per il fascismo. Non averlo ricordato ogni giorno ha portato delle conseguenze”.

 

Una banda di criminali e pazzi”

Per il sindaco “una banda di criminali, pazzi, violenti e sobillatori prende in ogni occasione la coda delle proteste contro il green pass, convertendo in violenza l’irragionevolezza dei manifestanti. Negare la realtà e non adottare misure di contenimento o allentarle, porta a contagi e decessi, come in Inghilterra, Russia e alcune zone degli Stati Uniti, cosa che invece con sacrifici in Italia siamo riusciti ad evitare”. Ha concluso rivolgendosi ai consiglieri di minoranza: “è arrivato il tempo che i partiti di centrodestra facciano le loro mosse così come è stato per la sinistra durante gli anni del terrorismo”.

 

La mozione

Nel dispositivo finale la richiesta di “attivarsi presso il Parlamento e il governo nazionale e in particolar modo nei confronti del Ministro degli Interni, per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di loro competenza per procedere allo scioglimento di Forza nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”. In piazza Duomo il discreto presidio delle forze dell’ordine, con una dozzina di carabinieri e agenti della Polizia di Stato. La seduta del consiglio comunale si è svolta senza alcun tipo di problema.

 

La patente e la costruzione del nemico

Per la Lega, Andrea Agazzi ha spiegato la decisione di non partecipare al voto: “gli emendamenti e la mozione sono irricevibili. Non staremo un minuto in più nel cercare di convincervi che non siamo fascisti”. Il capogruppo del carroccio ha spiegato di non aver necessità di una “patente” per ritenersi democratico, ma di sentirsi “ampiamente entro l’arco democratico”. Ha sostenuto che la maggioranza utilizza “un doppio pesismo” e che critica il ministro dell’interno quando fa comodo. Rivolto al proponente della mozione, Coti Zelati, ha aggiunto: “ci prendiamo la responsabilità di non votare la sua mozione, non abbiamo paura del giudizio dei cittadini, non ci prestiamo a questo gioco politico”. In chiusura, ha ribadito che “trovare sempre un nemico non porta mai a nulla di buono”.

 

Bugie e strabismi’

Per Forza Italia, Antonio Agazzi ha sostenuto invece di essere stati costretti a partecipare “ad una inutile perdita di tempo”, dicendosi convinto di poter rappresentare il pensiero “della maggioranza di cittadini cremaschi”. Una seduta condita di “tanti strabismi e bugie”. Secondo Antonio Agazzi, “i democratici non sciolgono le forze politiche. Non sciolgono quelle che rimandano al comunismo come Rifondazione comunista e quelle che hanno un segno diametralmente opposto”. In sostanza, queste forze che “rappresentano lo 0,0 per cento si presentino pure alle elezioni: si misurino con il corpo elettorale, scopriranno che rappresentano fasce molto residuali del paese, un paese che ha gli anticorpi democratici nonostante la storia fascista e comunista, rispetto alla quale siamo equidistanti nella censura”. Per chiudere: “non si sciolgono le forze politiche: questo accade nei regimi totalitari”.

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