20-07-2019 ore 20:25 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Area omogenea cremasca. Comitato di controllo ricomposto con qualche frizione

La recente ricomposizione del Comitato di controllo di Consorzio.it ha scatenato una serie di polemiche e “ricostruzioni giornalistiche” bollate dal sindaco di Crema - in una nota stampa - come “piuttosto fantasiose ed enfatiche”. Data l’importanza dell’argomento, “urge far chiarezza”. Il 15 luglio Aldo Casorati - presidente del Comitato di indirizzo e controllo analogo di Consorzio.it – ha convocato l’assemblea “per la reintegrazione del Comitato e per aggiornare sulla liquidazione di Scrp”. Il tutto alla luce del ricambio maturato in seguito alle elezioni amministrative, con l’avvicendamento dei sindaci di Madignano, Agnadello e Pandino. Stefania Bonaldi spiega di aver proposto “ai sindaci neoeletti nei medesimi comuni, Elena Festari per Madignano, Stefano Samarati per Agnadello e Piergiacomo Bonaventi per Pandino, se volessero entrare al posto dei predecessori”.

 

Il Comitato di controllo

In questo modo – sottolinea il sindaco di Crema – il Comitato sarebbe stato “espressione anche dei nuovi equilibri territoriali, che hanno registrato il successo di diversi sindaci dell’area “civica-centrodestra-Lega” a scapito di quella “civica-centro sinistra”. L’offerta è stata in un primo momento accolta. In seguito, il giorno dell’assemblea il sindaco di Pandino non si è presentato e “ha fatto riferire dalla vice sindaco di Bagnolo Cremasco che non era più intenzionato ad entrare nel Comitato di indirizzo di Consorzio.it preferendo quello di Padania Acque e che avrebbe lasciato il suo posto nell’area omogenea al collega di Bagnolo Cremasco”. Notizia accolta con un certo stupore, perché – aggiunge Stefania Bonaldi - “non c’entra nulla con la seduta dell’area omogenea, in quanto il Comitato di indirizzo di Padania Acque è definito dall’assemblea dei soci di Padania Acque”.

 

La composizione del Comitato

Il Regolamento prevede che nella composizione del Comitato di controllo si tenesse conto “di un criterio geografico, di distribuzione equa nel Cremasco, di un criterio di orientamento politico o civico per potere tenere conto delle varie sensibilità e appartenenze delle amministrazioni e, per una piena rappresentatività di questo organismo, anche delle classi demografiche, con rappresentanze di un certo numero di comuni a seconda delle fasce demografiche. Pandino è fra i Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti, mentre Bagnolo è nella fascia dei Comuni fra i 3 e 5 mila abitanti”.

 

Incongruenza

“Diversi sindaci, fra i quali anche la sottoscritta, hanno evidenziato questa incongruenza in Assemblea ed io ho chiesto che, prima di dare l’ok all’ingresso di Bagnolo Cremasco al posto di Pandino, si chiedesse ai Comuni della fascia superiore a 5 mila abitanti se concordassero nell’essere rappresentati da un Comune di altra classe demografica. Erano presenti i comuni di Castelleone ed Offanengo, mentre era assente Rivolta d’Adda. Il Comune di Castelleone, per voce del proprio vice sindaco, si è reso disponibile all’ingresso nel Comitato, ed il sindaco di Offanengo non ha posto obiezioni. A questo punto il presidente ha messo ai voti questa soluzione (ingresso di Madignano, Castelleone ed Agnadello nel comitato di indirizzo e controllo) e non si sono levate voci contrarie, tant’è che l’atto è stato assunto alla unanimità dei presenti”.

 

La telefonata

Ormai passati ad un altro argomento, “il sindaco di Pandino ha telefonato al presidente Casorati nel corso dell’assemblea e ha ritrattato la propria posizione, dicendo che se non fosse entrato Bagnolo cremasco nel comitato, allora era disponibile ad entrare lui. A quel punto – prosegue Stefania Bonaldi - ho ritenuto di chiarire che non stavamo giocando e che il percorso intrapreso era stato improntato alla massima correttezza, disponibilità e trasparenza, ma che ormai la decisione era assunta. Altri colleghi sindaci e potranno direttamente testimoniarlo, hanno sostenuto questa medesima posizione e pertanto l’assemblea è proseguita sugli altri temi all’odg”.

 

Conciliaboli”

“Quindi, nessuno sgarbo e nessuna scorrettezza, come in modo strumentale e falso qualcuno vorrebbe fare intendere, solo l’esigenza di difendere decisioni e percorsi assunti nelle loro sedi proprie, vale a dire quelle assembleari, dove la maggior parte dei sindaci di questo territorio, a prescindere dalla estrazione politica, è abituata a confrontarsi, con franchezza e magari anche con qualche ruvidità, ma sempre con serietà e rispetto. Il metodo è però quello democratico, non dei conciliaboli o degli interventi per procura; si è presenti, o si manda un proprio rappresentante con delega, ci si confronta, ed infine si assume una decisione, se possibile all’unanimità dei presenti come è avvenuto lo scorso 15 luglio. Laddove non si è concordi, decide la maggioranza, come avviene ovunque, senza psicodrammi o sceneggiate”.

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