20-04-2021 ore 18:40 | Politica - Cremona
di Ilaria Bosi

Masterplan. La Provincia avanza una terza proposta, tra critiche e scarsa condivisione

Durante la riunione in teleconferenza dei giorni scorsi, i sindaci della provincia di Cremona hanno discusso dell’associazione temporanea di scopo in merito all’implementazione del Masterplan 3c. L’incontro, convocato dal presidente Mirko Signoroni, ha visto la partecipazione di una quarantina delle persone invitate. È stata notata l’assenza di Luca Galimberti, sindaco di Cremona e di Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore, due dei comuni che, insieme a Crema, dovrebbero far parte del comitato di gestione. Presente, invece, Stefania Bonaldi, sindaco di Crema. La riunione si è conclusa con l’impegno di Signoroni ad inviare ai sindaci un’ulteriore proposta: la terza, visto che le due precedenti non hanno ottenuto un numero di adesioni congruo.

 

Meccanismo inceppato

Per il sindaco di Salvirola, Nicola Marani, quello dell’amministrazione provinciale “non è un buon metodo operativo, se nell’arco di un mese si modificano tre versioni di un documento che doveva essere approvato in sette giorni. Ho l’impressione che fosse già tutto stabilito a priori e noi sindaci fossimo chiamati a ratificare una decisione già presa, ma qualcosa ha inceppato il meccanismo. Comunque giudico positivamente la riunione, anche se la partecipazione non è stata esaltante”. Durante l’incontro sono stati discussi temi che nelle settimane scorse hanno tenuto banco: in particolare l’equità della quota di partecipazione, in relazione allo squilibrio emerso tra piccoli e grandi comuni. Argomento introdotto da Angelo Scarpelli, sindaco di Sergnano e sostenuto da altri suoi colleghi. Il mancato coinvolgimento dei soggetti interessati è stata al centro di una pesante accusa di Alberto Sisti, consigliere provinciale e sindaco di Castel Visconti, che senza tanti giri di parole ha ricordato a Signoroni che la questione dell’Associazione temporanea di scopo non era stata discussa in consiglio.

 

Equità e quote di partecipazione

Ha puntato il dito sul comitato di gestione, definendolo non rappresentativo del territorio, ma solo dei comuni più grandi, il sindaco di Bagnolo Cremasco, Paolo Aiolfi. Ha lamentato anche mancanza di informazione sui soldi che si incasseranno dalla quote di partecipazione e scarsa chiarezza chiarezza sulla quantità di soldi da incassare e sulla loro destinazione. Molto articolato l’intervento di Gabriele Gallina; il sindaco di Soncino che ha ribadito l’assenza di chiarezza in tutta l’operazione: delle quote di partecipazione all’impiego del denaro incassato fino alla mancanza di progetto degno di tale nome. Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, ha ribadito il proprio dissenso sull’equità nelle quote di partecipazione, l’implementazione e soprattutto si è detto contrario a spendere soldi per un altro studio.

 

Tempistiche e condivisione

Ha ricordato che nel 2016 l’Area omogenea, grazie al contributo dell’Associazione Popolare Crema per il territorio, aveva incaricato lo studio Vitale-Novello-Zane di Brescia uno studio sulle strategie per il futuro cremasco che è stato dimenticato. “Il nostro territorio – ha commentato Grassi - non ha bisogno di altri studi, tavoli di confronto, parole”. Per Davide Viola, vicesindaco di Gadesco Pieve Delmona, non è un fattore decisivo la mancanza di equità, perché il vantaggio che anche i comuni piccoli ne trarranno saranno notevoli. Alcuni amministratori hanno obiettato, sostenendo che sarebbe interessante conoscere l’opinione dei residenti di quei piccoli comuni chiamati a versare anche per i paesi più popolati. In sostanza, la riunione è stata ritenuta utile, seppure non siano mancate voci critiche sul fatto che globalmente l’operazione sia stata affrettata e sostanzialmente priva di condivisione.

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