20-03-2021 ore 17:20 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Lombardia. Campagna vaccinale: ‘Aria, una gestione sciatta, fallimentare e vergognosa’

In Lombardia, sedicente locomotiva d’Europa, il sistema di prenotazione delle vaccinazioni ricalca con tragica esattezza il livello dei trasporti pubblici, in particolare quelli ferroviari. Rappresenta una sorta di record mondiale di disservizi e disfunzioni. In serie, quotidiane, senza alcun accenno ad un miglioramento. Ed ogni volta rifinanziato con vagonate di miliardi. L’agenzia che si occupa dei vaccini, (la priorità mondiale, non un passatempo tra amici), si chiama Aria. Nomen omen direbbero i latini, ma chi saranno mai costoro? Aria è un sistema in affitto per 20 milioni di euro. Pizza e fichi, vero. Già assurta agli onori delle cronache per la manifesta incapacità di assolvere alla sua funzione, ovvero inviare i cittadini all’hub vaccinale più vicino a casa, Aria è stata prima spernacchiata dagli utenti, quindi dalle minoranze politiche e infine persino da Guido Bertolaso, il ‘superconsulente del Pirellone’, costretto ad inviare la protezione civile ad assistere centinaia di persone con più di 80 e 90 anni inviate per sbaglio tutte insieme nelle stesse ore nell’identico punto vaccinale. Una barzelletta: oscena e che non fa ridere. A Crema arrivavano persone da Casalmaggiore e a Casalmaggiore l'eccellentissimo servizio Aria inviava persone da Crema, Rivolta e Spino d'Adda. Qualcosa come 180 chilometri. A 80 e 90 anni. Persone sole e disabili comprese. Come abbiamo risolto? Ats si è fatta dare gli elenchi e ha fatto da sè il lavoro che avrebbe dovuto fare Aria.

 

Le 550 dosi ‘inutilizzate’

Dopo una figura del genere ogni cosa avrebbe dovuto funzionare con rigore svizzero e in parecchi incartare portapenne e camminare a passi spediti, ben lunghi e distesi verso le proprie abitazioni. In attesa di un nuovo incarico che quella fetta politica avrebbe sicuramente assicurato a stretto giro di posta. È andata così? Macché. Nella regione che si fregia di una vice presidente convinta sia utile e necessario (figurarsi etico, che significherà mai?) vaccinare in base al censo, mentre il colonnello Figliolo dice di vaccinare anche chi passa pur di non sprecare i vaccini, nell’hub della fiera di Cremona si ripete la tragicommedia. Come sintetizza il medico cremasco Attilio Galmozzi “ieri e oggi 550 dosi inutilizzate perché la regione Lombardia ha "dimenticato" di avvisare tramite Sms gli aventi diritto. Personale pronto, dosi pronte ma nessuno in coda perché nessuno ha avvisato. Con la Regione "trainante d'Italia" che ad oggi ha coperto circa il 30% degli aventi diritto. A chi dice che le dosi mancano, dico che manca serietà e manca una strategia. In tutta Italia funziona diversamente, al di là di chi governa le Regioni. Altre regioni hanno già raggiunto chi il 70 chi l’80% di copertura degli aventi diritto. Qui circa il 30%, con una macchina pronta a correre ma senza piloti. Perché i piloti sono intenti a fare proclama di facciata. Insomma, dall’eccellenza all’eccedenza lombarda”. La medesima cosa è accaduta nei giorni scorsi (per due volte) a Soncino, poi a Casalmaggiore. A Crema si vaccinano i mantovani, a Cremona i varesini. Una trama tanto ingarbugliata e un substrato tanto surreale avrebbero sicuramente affascinato il primo Thomas Pynchon. Qui siamo in padania, cresciuti a more, asparagi di campo e con le egloghe esametriche con trattazione e intonazione pastorali di Virgilio, tutt'al più, quando è festa, con gli esotici versi del lacustre Catullo. 

 

Commissariateci! Vi prego...”

Il passaparola ed il coordinamento dell’Ats Val Padana hanno portato ad ovviare al problema. A stretto giro “i cittadini hanno risposto all’appello” espresso in mattinata e “gli slot vaccinali disponibili presso l’hub di Cremona Fiere per la giornata odierna (sabato 20 marzo 2021) sono esauriti”. Chiusura con la richiesta di “non presentarsi più spontaneamente nella sede vaccinale”. Proprio così: spontaneamente. Ormai siamo all’autogestione e al passaparola. L’assessore alla Cultura del comune di Crema, Emanuela Nichetti, come moltissimi cremaschi scottata personalmente dall’inenarrabile efficienza sanitaria e dalle centinaia di chilometri per poter vaccinare i genitori, esprime così il proprio pensiero: “Siamo la regione che più ha pagato e più sta pagando a causa di questa pandemia e siamo quella più allo sbando, lasciata nelle mani di incapaci e incompetenti, che non hanno nemmeno la decenza di andarsene da soli. Adesso davvero basta! Commissariateci! Vi prego...”

 

L’algoritmo e il mentecatto”

Con parole altrettanto limpide, anche il sindaco Stefania Bonaldi pare racchiudere l’indice di gradimento del territorio che amministra: “Io non credo si possa andare avanti con questa gestione sciatta, vergognosa e fallimentare della campagna vaccinale lombarda. E siamo "solo" alla vaccinazione degli over 80, chissà quando sarà il momento di quella davvero massiva. È sconvolgente e massimamente irrispettoso degli anziani in attesa del vaccino, così come delle migliaia di operatori, professionisti e volontari, coinvolti. E non mi dicano che è colpa dell’algoritmo, semmai del mentecatto che lo programma!” Forse bisogna scomodare un attimo Elio e le Storie Tese e verificare che il programmatore in realtà non sia 'Mio Cuggino'.

 

Che aria tira nel privato

Chiudiamo col ‘sempre vituperato’ settore privato. Il medico Agostino Dossena spiega che nella struttura privata cremasca in cui lavora, la Sanitas, finalmente concluse tutte le trafile burocratiche e al netto delle difficoltà dell’approvvigionamento e dell’indispensabile incremento dei costi (per siringhe e materiale necessario alle somministrazioni), domani dovrebbe iniziare a vaccinare il personale della scuola. Una struttura di Crema ci si aspetta vaccini a spron battuto tutto il cremasco. Anzi, visto che siamo nell’avanspettacolo: ‘prima il Cremasco’. E invece, commenta amareggiato Dossena, “peccato che nell’agenda ci siano solo persone di Mantova. Ebbene Aria, l’agenzia che gestisce le prenotazioni e l’agenda, ha prenotato solo persone di Mantova. Uno ci mette la buona volontà, il suo tempo libero, il rischio penale e civile, il tutto gratis e finirà che 100 km di distanza scoraggeranno i più”. Respira, dicevano i Pink Floyd, ma non siamo a Londra, siamo in Lombardia. Quindi: Aria!

6121