20-01-2023 ore 18:50 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

I candidati alle regionali 2023 del Terzo polo si presentano con ‘concretezza e pragmatismo’

“Concretezza e pragmatismo”, inteso nel “fare ciò che si deve il meglio possibile”. Così son stati presentati da Tiziano Guerini, in sala delle Vele, i quattro candidati della provincia di Cremona di Italia e viva e Azione, che si presenta alle regionali del 12 e 13 febbraio col proprio simbolo, a sostegno della presidenza di Letizia Moratti, in vista della fusione in un unico partito entro le europee del 2024. Due cremaschi: Paola Orini e Mirko Signoroni. Due cremonesi: il coordinatore di Azione Giuseppe Foderaro e l’avvocato Maria Luisa D’Ambrosio. In sala anche vari esponenti della politica locale: Tiziana Stella, Matteo Gramignoli, Simone Beretta, Ezio Piacentini.

 

Ponte di Spino e pendolarismo

Signoroni, presidente dell’amministrazione provinciale di Cremona e sindaco di Dovera ha parlato del ponte di Spino, che necessita di nuove risorse per essere completato “e l’impegno, una volta eletti, è quello di ottenerle” lavorando direttamente all’interno dell’ente regionale. Altrimenti, ha aggiunto, rischiamo di continuare a dire: “il progetto è pronto, siamo pronti a iniziare i lavori, ma ahimè, mancano i soldi”. Prioritario, per lui, il tema del pendolarismo cremasco, con “l’annosa vicenda del raddoppio ferroviario verso il milanese” e il recente record fatto segnare dai ritardi, passati dal 50% all’80% delle corse. Decisamente un triste primato. Ha anche ricordato la tragedia di Pioltello, aggiungendo che “da quel momento ad oggi siamo ancora al punto di partenza, con treni e rete ferroviaria inadeguati”.

 

Stalloni e terre di mezzo

Signoroni ha concluso l’intervento spiegando che “la vicenda degli Stalloni”, di proprietà della regione, va risolta “congiuntamente”, con l’intervento, per l’esattezza “l’aiuto dell’amministrazione provinciale”. I primi passi fatti “non bastano”. La regione “deve fare la sua parte”. Abbracciando le terre di mezzo, tra cremasco e cremonese, “c’è tutta la questione del raddoppio ferroviario, i sottopassi e il congiungimento della tangenziale Castelleone e Montodine”. La partita coinvolge regione e ministero: “dove sorgono infrastrutture nascono insediamenti produttivi che portano benessere e sviluppo del territorio”.

 

Istruzione e alta formazione

Dirigente scolastico del Galilei, come orgogliosamente ribadito, “l’istituto più grande della provincia”, Paola Orini ha puntato sulla necessità delle sviluppo infrastrutturale, “non solo per i pendolari, ma anche per favorire lo sviluppo produttivo, commerciale e turistico”. Le competenze regionali in campo scolastico “sono più ampie di quanto si pensi”. Non solo “per il calendario scolastico”, quanto soprattutto per la formazione professionale e l’istruzione tecnica superiore. In questo ambito, la regione e il Cremasco potrebbero fare molto di più, facendo in modo che il polo universitario di via Bramante non sia “una cattedrale nel deserto come rischia di divenire”, ma un luogo in cui s’incontrano la domanda e l’offerta di “tecnici ad altissima formazione. Specializzazioni post diploma che costituiscono la terza via”. Corsi per giovani che hanno finito le superiori o persone espulse dal mondo del lavoro, che necessitano di acquisire nuove competenze. Il cremasco ha già gli Its di meccanica, meccatronica e cosmesi, dovrebbe avviarne uno anche in campo agricolo.

 

Il disagio giovanile e familiare

In campo sanitario “il presidio ospedaliero di Crema e del territorio vanno salvaguardati, andrebbe sviluppata la medicina territoriale e magari trovare una sede adeguata negli ex Stalloni”. Il tutto “andando incontro al sempre più crescente e preoccupante disagio giovanile, potenziando la neuropsichiatria”. Da persona di scuola, ha voluto sottolineare le difficoltà degli studenti: “dopo il Covid sembrano esplose. Hanno anche gravi difficoltà relazionali, non escono dalla propria camera a 15 o 16 anni”. Tema di grande importanza che va affrontato e non più taciuto, ha aggiunto Maria Luisa D’Ambrosio, specialista del diritto di famiglia: “l’emergenza in cui si trovano tante famiglie sta diventando un serio problema”. Gli enti locali si trovano in mezzo ad una “dicotomia fra le necessità dei minori e le esigenze della famiglia; i comuni sono il presidio di prima istanza. Le famiglie che ricorrono all’assistenza sociale sono sempre più numerose con risorse sempre più esigue”. Si tratta di “un’emergenza economica, sociale ed educativa”: le famiglie fragili “producono altri soggetti fragili. L’abbandono scolastico è la piega per le famiglie che già partono con una fragilità di base. Famiglie dove c’è tossicodipendenza o ludopatia”. Aumenta il numero di giovani di 14 o 15 anni che lasciano la scuola. Spesso senza le dovute competenze. È “allarmante la carenza di incontro tra domanda e offerta di lavoro sta raggiungendo anche la fascia con basse competenze, cioè persone che hanno solo la licenza elementare”. In Lombardia “chi lavora, non studia e non fa formazione professionale abbraccia una fascia di persone tra i 15 ed i 29 anni pari al 17 e per cento, mentre in provincia di Cremona raggiunge il 23 per cento. Smettiamo di parlarne, prendiamoli in cura. Si tratta di persone che non producono reddito, sono alle spalle di famiglie sempre più anziane, che talvolta vengono mantenute dalla pensione della nonna. È inaccettabile in una regione come la nostra”.

 

Liberalismo sociale e popolarismo sturziano

Consulente finanziario laureato in economia, Foderaro ha riassunto il progetto politico in due concetti: “liberalismo sociale e popolarismo sturziano”. Particolarmente importante “il metodo che si vuole utilizzare” per dare concretezza al programma politico: “i bisogni della società continueranno a cambiare, può rimanere invece costante il metodo”. In regione ora “si lavora per compartimenti verticali, ogni assessorato segue solo la sua partita”. Al contrario “la logica vincente è integrare le esperienze e fare in modo che quella che sarà la guida della regione sia una squadra che sappia vedere i problemi da molti punti di vista diversi. Perché i problemi delle persone si affrontano con una competenza corale”. La provincia di Cremona “è stata trascurata dall’inerzia di una politica lombarda che ha privilegiato le aree del nord della Lombardia. Il nostro territorio ha vocazioni e specificità differenti ma problemi simili”, riassumibili nella situazione dei trasporti. Per Foderaro l’obiettivo è “integrare sempre più il nostro territorio con il sistema più trainante della regione, ovvero il Milanese. Non facendola diventare un territorio dormitorio ma prendendo dalle aree in più forte crescita quei benefici di crescita economica e demografica che possono venire da una relazione più stretta”.

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