Già parlamentare della Lega Nord dal 2008 al 2013, Alberto Torazzi è uno dei tre candidati sindaco che oggi siedono in minoranza nel Consiglio comunale di Crema. “Non credo si possa parlare di maturazione – afferma commentando l’attuale legislatura – non ho visto miglioramenti da parte della maggioranza. Diventa anche difficile misurare la minoranza se nessuna proposta viene presa in considerazione. In questi questi 4 anni ho visto la politica gestita con i blocchi, con molta autoreferenzialità”.
Consigliere Torazzi, gli equilibri politici sono gli stessi di 4 anni fa?
“Rispetto all’insediamento qualcosa è cambiato. Anzitutto in minoranza: la Lega ha recuperato consensi a livello nazionale e questo, si sa, ha una certa influenza anche sulla politica cittadina. Poi, in maggioranza, i numeri nascondono il fiato lungo del Pd, ma sotto le loro sicurezze granitiche si sentono in difficoltà”.
Significa che l’amministrazione di Crema dipende dai livelli superiori?
“Crema non è mai stata autonoma su partite come quella di Padania Acque né sulla prima parte della battaglia per la soppressione del tribunale. Ora sembra stia recuperando terreno, ma il dubbio è che sia una manovra elettorale. Questo è dimostrato dall’attacco dello scorso anno alla politica centralista del Governo Renzi, mentre ora la posizione si è molto ammorbidita. Viene da chiedersi se questa autonomia dai livelli superiori sia significativa oppure no”.
Cosa distingue questa amministrazione dalle precedenti?
“La testardaggine sulla moschea: basta pensare alla rapidità, allo sforzo profuso e al contrasto con la cittadinanza cui sono andati incontro. Grazie al cielo, il progetto non è andato in porto a causa della mancanza di serietà degli interlocutori dell’amministrazione. Per il resto non hanno mai aperto corsie preferenziali né mai si sono impegnati con grandi sforzi”.
È ancora possibile il dialogo con la maggioranza?
“Io personalmente sarei disposto a ragionare su proposte concrete. Da parte della maggioranza non ho visto volontà di confronto né su Padania Acque né sul recupero dell’ex tribunale, sebbene fuori tempo massimo sia arrivata la mozione della minoranza poi votata all’unanimità. Adesso, complice l’inizio della campagna elettorale, diventa tutto più difficile”.
Quando hanno iniziato ad incrinarsi i rapporti?
“Dal momento in cui è emersa tutta la storia della moschea. Lì il dialogo non l’ho più visto; forse in quel frangente il M5S si è mostrato più arrendevole, perché magari qualche accordo l’ha strappato. I rapporti si sono complicati quando hanno mostrato tutta la loro protervia e l’attaccamento ideologico alla causa”.
Come si presenta oggi la minoranza?
“Forse il M5S è più condizionato dalle scelte che fanno a Roma, dove l’indirizzo è più orientato a sinistra; anche qui a Crema si sono progressivamente spostati a sinistra, mentre all’inizio erano più a-ideologici. Per quanto riguarda il centrodestra, pur con le dovute differenze possiamo invece dire ci sia una certa convergenza”.
Questo apre la strada ad un candidato sindaco comune?
“Lo escluso, ma non è una decisione che compete a me. Di certo c’è un terreno comune: dal contrasto all’evidente posizione pro-moschea del Pd alla distribuzione delle risorse, con il centrosinistra orientato alla spesa a pioggia per gli stranieri e noi agli aiuti a famiglie, nuovi nati e imprese. So che dell’argomento ne stanno discutendo anche a livello di segreterie: ci sono candidati validi, ma non è il caso di fare nomi adesso”.