“Sì, il Consiglio comunale è maturato negli ultimi quattro anni. Tuttavia, come consiglieri di minoranza non abbiamo grandi possibilità né abbiamo mai avuto grandi dialoghi con la maggioranza o l’amministrazione”. Paolo Enrico Patrini è alla sua prima legislatura. Eletto con 101 preferenze all’interno della lista Agazzi sindaco, attualmente siede al banco della minoranza con Solo cose buone per Crema.
Consigliere, s’immaginava un’esperienza diversa?
“Sì: non pensavo di contare così poco in Consiglio. È vero: il fatto di non avere una gran vena polemica è un mio difetto, molto penalizzante in sala degli Ostaggi. È dura acquisire visibilità o capacità di incidere: non hai nessuna possibilità di influire sul potere decisionale né puoi contribuire un gran tanto”.
Come mai?
“Perché in questo Consiglio o sei un politico esperto, in grado di conquistarti le prime pagine dei giornali facendo anche polemica, oppure quanto puoi fare non è certo granché. A questa difficoltà bisogna aggiungere una maggioranza che va dritta per la sua strada”.
Ritiene non stia facendo un buon lavoro?
“Finora ha combinato un po’ di pasticci: ha fatto confusione con i bandi – emblematico quello sulla moschea a Ombriano – e diviso la città per un nulla di fatto. E sì che non sono inesperti: l’assessore Matteo Piloni e il sindaco Stefania Bonaldi sono politici di esperienza. Eppure hanno preferito limitare il dialogo e procedere spediti come Bulldozer, senza ascoltare la città né le minoranze”.
Il dialogo è ancora possibile?
“È un capitolo chiuso: si è arrivati allo scontro e in alcuni casi alla minaccia di denuncia o addirittura alla querela. Pochi amministratori si salvano (penso a Fabio Bergamaschi, Attilio Galmozzi e Paola Vailati), mentre in maggioranza il dialogo si può sviluppare prevalentemente con le liste civiche. Questa è un’amministrazione di quelle davvero rosse: contro tutto e tutti”.
Quanto influiscono le liste civiche in Consiglio?
“Ben poco, credo; si è visto con il caso della pompa bianca, quando la presa di posizione di Matteo Gramignoli non ha sortito alcun effetto. D’altronde, quando il padrone tira le redini i soldatini ubbidiscono. Dal canto nostro, come lista civica abbiamo meno esperienza degli altri; ciononostante non abbiamo rinunciato alla nostra libertà di voto, votando in autonomia in più occasioni”.
A suo giudizio, quali sono state le maggiori carenze finora?
“Sicuramente la riorganizzazione del territorio: dal rilancio dell’occupazione egli aiuti alle imprese del territorio, passando per la riqualificazione della città: la scusa è quella della mancanza delle risorse economiche e finanziarie, ma intanto le strade ed il verde pubblico versano in condizioni che tutti possono appurare”.