18-06-2018 ore 16:45 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Fratelli d’Italia su Scrp, le consulenze esterne 'eccessive' e la questione Lanzalone

“Lo scandalo del nuovo stadio di Roma che vede coinvolto anche l’avvocato Luca Lanzalone, consulente del Comune di Crema e di Pandino e presente anche ad un’assemblea di Scrp nel periodo della travagliata gara di igiene ambientale, obbliga ad una riflessione sull’utilizzo da parte di Comuni e società pubbliche di queste figure professionali”. Secondo Giovanni De Grazia, coordinatore di Fratelli d’Italia a Crema, “una riflessione che sarebbe stato auspicabile fosse stata fatta prima e indipendentemente dai fatti di Roma”.

 

L’uso delle consulenze esterne

L’esponente di Fratelli d’Italia dice di non aver compreso “l’intervento del sindaco Stefania Bonaldi che si è preoccupata subito di diffondere un comunicato dove precisa l’estraneità di Crema ai fatti di Roma, problema che nessuno aveva posto”. È ritenuto invece opportuno “porre la questione dell’eccessivo uso di consulenze esterne da parte di Comuni e società pubbliche e prende come esempio paradigmatico quello di Scrp. Premesso che un consulente è un tecnico, preparato nella sua materia, in grado di fornire risposte esaurienti a chi sollecita il suo intervento e non si può e deve interpellarlo ogni stormir di foglia”.

 

Scrp e l’allegato secretato

Arrivando al punto, “erano tutte necessarie le consulenze usufruite da Scrp e pagate decine di migliaia di euro dei cittadini cremaschi?” Per De Grazia “la risposta è chiara: non erano necessarie”. Citando “il mitico appalto di igiene ambientale”, si torna su “un’assemblea dei soci di Scrp per indicare ai sindaci soci come devono procedere dal punto di vista burocratico. Le cronache raccontano che fosse presente un consulente il quale propone ai sindaci di approvare in consiglio comunale una delibera con allegato secretato. Ora, non bisogna essere esperti di diritto amministrativo per sapere che nessuna delibera del consiglio comunale può essere secretata, a maggior ragione se si tratta di un appalto pubblico”.


La “delibera con bigino”

“Sempre le cronache – prosegue De Grazia - informano che i sindaci allibiti hanno fatto notare l’incongruenza. Si decide di sospendere l’assemblea e di aggiornarla. Due settimane dopo si riprende e sorpresa, il consulente è cambiato, ma la proposta è forse peggiore: si consiglia di approvare la delibera con lo stralcio del documento che dovrebbe essere secretato. Insomma delibera con bigino. Ora è necessario chiedersi quale vantaggio abbia tratto Scrp da questi consulenti. Fratelli d’Italia pensa che siano soldi buttati. E allora ha ancora senso mantenere in vita Scrp?”

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