18-06-2016 ore 16:41 | Politica - Crema
di Ilario Grazioso

Crema. Corridoi umanitari, Giorgio Del Zanna alla Festa della sinistra

Negli ultimi 2 anni quasi 90 mila persone sono arrivate in Italia, portando a termine viaggi avventurosi, tra terra e mare provenienti da diverse parti del pianeta, alla ricerca di un presente ed un futuro migliore rispetto a quello che i luoghi di provenienza potrebbero offrire. Partendo da questo, alla Festa della sinistra italiana in corso di svolgimento presso l’Arci di santa Maria, il presidente della commissione affari sociali del comune di Crema, Emanuele Coti Zelati ha accolto Giorgio Del Zanna docente di storia alla Cattolica di Milano, nonché dal 2010 presidente della Comunità di sant’Egidio di Milano, per parlare dei corridoi umanitari. Si tratta di un protocollo d’intesa sottoscritto da ministero degli esteri, ministero dell’interno, Comunità di sant’Egidio, Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese. Un progetto-pilota che si propone di evitare i viaggi dei barconi nel Mediterraneo, impedire lo sfruttamento dei trafficanti di esseri umani, concedere ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario.

 

L’impegno della comunità di sant’Egido

Prima di descrivere nel dettaglio l’iniziativa, Giorgio Del Zanna ha tracciato l’impegno che la Comunità di sant’Egidio a partire dalla fine degli anni settanta sta portando avanti con i migranti ed ha proposto due esempi: la storia di un profugo somalo morto sotto i portici di san Pietro e quella più recente, di un rifugiato politico sudafricano, accolto dalla Comunità a Roma ed ucciso nel 1989 a Villa Literno, dove era impegnato nella raccolta dei pomodori. Da queste storie nasce l’impegno della Comunità, che nel corso degli anni ha studiato i trattati europei scoprendo che sia il trattato di Lisbona del 2007, che la circolare sui visti dell’unione europea, offrono ai singoli stati la possibilità di concedere dei visti territoriali umanitari per situazioni gravi. Così si è arrivati al protocollo d’intesa di cui si è scritto sopra, il primo del genere in Europa, che tra l’altro non comporta oneri per lo stato in quanto finanziato con l’otto per mille destinato alla chiesa valdese e da altre raccolte di fondi delle organizzazioni che l’hanno promosso.

 

Mille visti umanitari in due anni

Sulla base di questo protocollo, in Italia è previsto il rilascio di mille visti in due anni, per persone da accogliere in un percorso di integrazione, attraverso l’apprendimento della lingua italiana, la scolarizzazione dei minori ed altre iniziative. Persone individuate secondo il criterio della vulnerabilità, ad esempio vittime di persecuzioni, violenze, famiglie con bambini, malati, persone con disabilità. Quanto ai paesi di provenienza, si tratta di profughi che arrivano dal Libano (in particolare siriani fuggiti dalla guerra), dal Marocco (dove convergono molte rotte provenienti dai paesi subsahariani, grazie anche alla presenza di Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino) e dall’Etiopia, che entrano in Italia in modo sicuro, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane.

 

Accoglienza diffusa

La comunità di sant’Egidio, auspica che questo modello possa essere replicato in altri paesi dell’Unione, “se lo facessero tutti – aggiunge Del Zanna – arriveremmo a 27mila persone”, che potrebbero essere accolte in sicurezza. Attualmente corridoi umanitari, dopo le 90 persone giunte a Fiumicino nei giorni scorsi, in tutto, ha portato in Italia 300 persone. La serata è proseguita con approfondimenti di carattere storico e sociale sui flussi di migranti provenienti da territori di guerra, con qualche dato interessante: oltre 150mila i profughi arrivati in Italia nel 2015, il 9% in meno rispetto all’anno precedente, mentre a Milano dal 2013 al 2015 delle 85mila persone che hanno raggiunto il capoluogo lombardo, solo 656 hanno richiesto asilo politico, a conferma che il nostro paese rappresenta un luogo di passaggio per queste persone dirette altrove. Detto questo, per il presidente Del Zanna, è importante promuovere forme di accoglienza diffusa, evitando la concentrazione in poche strutture. Presente alla serata anche il vicesindaco Angela Beretta.

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