18-02-2020 ore 10:35 | Politica - Dall'italia
di Andrea Galvani

Riduzione del numero dei parlamentari, domenica 29 marzo Italia al referendum

Domenica 29 marzo si terrà il referendum popolare nazionale a favore o contro la legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari. Il testo del quesito referendario è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?”. Le votazioni si svolgeranno domenica 29 marzo dalle ore 7 alle ore 23. Le operazioni di scrutinio avranno inizio subito dopo la chiusura della votazione e l'accertamento del numero dei votanti.

 

Referendum confermativo

Approvato in via definitiva dalla Camera l’8 ottobre 2019, il testo prevede la diminuzione del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. La legge di revisione costituzionale è stata approvata in doppia lettura da entrambe le Camere a maggioranza assoluta, ex articolo 138 comma 1 della Costituzione. Poiché in seconda deliberazione la legge non è stata approvata dalla maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna camera, un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo, come da comma 2 dell'articolo 138.

 

La maggioranza qualificata

L’11 luglio 2019 la legge è stata approvata a maggioranza assoluta in Senato, senza raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi per il voto contrario espresso dai senatori del Partito democratico e di Liberi e Uguali e per la mancata partecipazione al voto dei senatori di Forza Italia. Nell'ultima lettura effettuata alla Camera (8 ottobre 2019) il testo ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti: si sono opposte solo alcune componenti del gruppo Misto.

 

La richiesta alla Cassazione

Non avendo infatti incassato i due terzi dei voti favorevoli anche al Senato, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente promulgato. Come previsto dalla norma nei tre mesi successivi un quinto dei membri di uno dei due rami del Parlamento, 500 mila elettori oppure cinque consigli regionali avrebbero potuto chiedere un referendum confermativo. Facoltà esercitata da 71 senatori: la richiesta di referendum è stata depositata alla Corte suprema di Cassazione il 10 gennaio 2020.

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