18-02-2015 ore 16:57 | Politica - Roma
di Stefano Zaninelli

Chiusura degli uffici postali cremaschi, l'intervento del ministro Guidi non soddisfa SeL. Bordo: "pensate più agli interessi finanziari che ai diritti delle persone"

“Per nulla soddisfacente”: così il deputato cremasco Franco Bordo ha definito la risposta del ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, in merito al piano di riorganizzazione di Poste Italiane. La soppressione e la diminuzione dell’orario di alcuni presidi postali in tutta Italia è stata trattata questo pomeriggio nel Question Time del Parlamento.

 

Nessun taglio del personale

Nella risposta all’interrogazione di Bordo, il ministro Guidi ha ribadito il Piano di riorganizzazione 2015-2019 non porterà a tagli del personale. I provvedimenti di chiusura parziale e di soppressione degli uffici, invece, rientrano negli accordi di Governo, nel rispetto della normativa sulla rete degli uffici postali e sui punti di accesso.

 

Scarsa attenzione alle persone

“La scelta politica del Governo di fermare questa riorganizzazione non l’abbiamo sentita”, ha risposto il parlamentare cremasco. Portando l’esempio del caso ombrianese, Bordo ha accusato il Governo e Poste Italiane di essere “soprattutto interessati alla quotazione in borsa dell’azienda e l’avvio verso la privatizzazione; guardate ai numeri e agli interessi finanziari e poco alle persone”. L'onorevole cremasco ha poi ribadito che la battaglia proseguirà a tutti i livelli istituzionali.

 

I criteri della rete postale

Secondo quanto reso noto dall’AgCom, Poste Italiane deve assicurare al 75% della popolazione un punto di accesso entro i 3 chilometri dal luogo di residenza, che sale a 5 chilometri per il 92,5% dei residenti e non può superare i 6 chilometri per il 97,5% di questi ultimi. Criteri, questi, che consentirebbero la chiusura di Uffici postali affetti da diseconomia dell’ufficio postale, ovvero caratterizzati da un eccesso di offerta di servizi rispetto alla domanda dell’utenza. 

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