17-11-2020 ore 11:07 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Intercultura, il Consiglio comunale approva a maggioranza il regolamento

Il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza il regolamento della Commissione Intercultura (in allegato un approfondimento). Per Forza Italia è intervenuta Laura Zanibelli, sostenendo che la Consulta non sia “rappresentativa delle varie sensibilità della città” e finirà con “l’inserire ulteriore divisione”. Molto critica anche la Lega: “la Consulta verrà utilizzata per finalità politiche” e probabilmente strumentalizzata per segnare differenze col centrodestra. Andrea Agazzi s’è detto in disaccordo per “l’aver voluto togliere il vincolo di almeno sei riunioni l’anno”. In sostanza per il Carroccio la politica, intesa come maggioranza, interverrà pesantemente. Manuel Draghetti, per il Movimento 5 stelle, “Gennuso ha fatto una serie di comizi; oggi si tratta di discutere del regolamento, che ci trova contrari. Al contrario si è voluto creare una divisione per affermare la propria ideologia”. L'astensione finale è motivata dal fatto che il regolamento ("che ho contribuito a migliorare") si applica ad una Consulta che "non ho approvato e non approvo". 

 

Dalla Sinistra a Forza Italia

Seppur “critico sulla modalità su cui si era arrivati a imporre una Consulta al consiglio comunale”, Emanuele Coti Zelati, per la Sinistra ne ha sposato “l’idea”. Il regolamento “è buono”. La Lega ha sostenuto sia un atto politico: “certamente. Porta avanti una visione di mondo, dà gambe alle idee”. potrebbe essere “poco produttivo e poco efficace”. Sempre per Forza Italia, Simone Beretta ha sostenuto che la Consulta “non è condivisa da tutti”. Se l’obiettivo era l’intercultura, non è andato a buon fine. “Dobbiamo stare accanto alla società civile. Se questa Consulta non fa quello che piace alla maggioranza ha praticamente cessato di esistere. Non capisco per cosa nasce. Quali sono gli obiettivi”. Al contrario, “è una Consulta di parte. I tempi non sono maturi; si doveva aspettare che nascesse dalla società civile. Non doveva essere l’amministrazione a forzarne la nascita”.

 

Patrimonio umano

“Un luogo di incontro, riflessione e progettualità”. Per Debora Soccini (civica Cittadini in Comun) “tutti devono avere la stessa opportunità, la Consulta deve essere un luogo di partecipazione attiva alla città di Crema”. Viviamo un periodo “molto difficile: non bisogna più avere paura degli altri, creando muri di interessi economici. È il tempo di cogliere opportunità. Costruire un dialogo con tutte le persone che vivono nel nostro territorio ma vengono da luoghi diversi, diventando nuova linfa per una comunità che cresce”.

 

Rispetto e riconoscimento

Ha riportato la discussione sul Regolamento Pietro Mombelli, del Pd: “la Consulta è stata istituita lo scorso giugno”. Regolamento definito “atto doveroso”. La “interculturalità ha tre valori fondamentali, rispetto, riconoscimento delle differenze tra culture e l’interazione fattiva e positiva”. Il regolamento “va proprio in questa direzione” perché “è uno strumento per garantire il benessere di tutti”. Vanno quindi combattuti “i pregiudizi” che impediscono la piena realizzazione dei “diritti” e non favoriscono la promozione dei “doveri”. In conclusione, favorisce “un avvicinamento alla vita amministrativa di tutte le persone”. La Consulta è vista come “prezioso strumento di analisi” del territorio: “giudicando senza stereotipi”, si potranno “sfatare luoghi comuni e avere una visione oggettiva della realtà”.

 

Le istanze e la matrice cattocomunista

In chiusura l’assessore Michele Gennuso ha respinto al mittente (la Lega) l’idea secondo cui la Consulta verrà strumentalizzata dalla politica: “semmai alta politica”. Al contrario la Consulta “è uno strumento, un luogo di partecipazione, offre la possibilità di intervenire e incidere sulla vita politica della città, esprimere le proprie istanze”. Secondo Jacopo Bassi, del Pd, “la minoranza non ha centrato il tema. Non mi stupisce che la Lega trovi sempre una scusa per bocciare qualsiasi iniziativa di integrazione”. In chiusura Antonio Agazzi s’è detto “tutt’altro che sorpreso per le differenze nel varo della Consulta dei giovani rispetto a quella Intercultura. La spiegazione è politica: la volontà della Giunta era di far apparire che la minoranza era critica nei confronti della politica di integrazione e inclusione degli stranieri. C’è un uso politico, non mi scandalizza. È la modalità di lavoro di una maggioranza di matrice cattocomunista che porta avanti la sua ideologia e la rende fatto istituzionale e amministrativo”. Al voto (15 voti a favore, 5 astenuti, 2 contrari): favorevole la maggioranza e Andrea Bergami (Patto civico), contraria la Lega, astensione “molto critica” di Forza Italia, del M5s e per Di Martino (Patto civico). Regolamento approvato.

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