“L’associazione Anpana, che si era aggiudicata il bando, ha lasciato per problemi interni a loro. Le associazioni di volontariato sono fragili sotto il profilo organizzativo perché vivono grazie ai volontari. Che il bando possa essere percepito come troppo stringente è dovuto alle complicate condizioni da cui le associazioni stesse partono”. Così Pietro Moro, presidente della Società cremasca reti e patrimonio, in merito al bando di gestione del nuovo canile.
La partecipazione
Secondo l’associazione Randagi si diventa il bando conteneva parametri penalizzanti per le associazioni di volontariato. “Non si può dire – commenta Moro – che il nostro bando fosse restrittivo dal punto di vista della partecipazione. Nessuno s’è inventato nulla: abbiamo studiato i bandi redatti per la gestione dei canili e ne abbiamo messo a punto uno che tenesse conto delle condizioni dettate dai sindaci. Non è semplice mantenere alti i criteri di affidabilità e al tempo stesso non tagliare fuori nessuno”.
L’importo economico
Secondo Moro non regge l’argomentazione fondata sull’importo economico fissato nel bando: “possiamo certo ragionare sulle risorse economiche, sicuramente non in linea con le risorse messe a disposizione dell’Enpa, tuttavia ci sono molti canili con costi di gestione molto simili a quelli immaginati da noi. Non solo: la stessa associazione Anpana ha praticato un ribasso d’asta, fatto anche questo significativo”.
Il punto d’equilibrio
“Trovare il punto d’equilibrio in un bando di gara non è semplice: criteri troppo restrittivi rischiano di restringere la platea mentre parametri più laschi potrebbero favorire soggetti che non hanno le qualità adatte. È fuori discussione che grande attenzione fosse stata posta sugli aspetti economici, ma il budget è quello che viene stabilito dai comuni, non spetta noi. Quel che è certo – conclude Moro – è che nel prossimo bando di gara cercheremo di tenere presenti alcune osservazioni che ci sono state fatte”.