17-01-2019 ore 11:09 | Politica - Caravaggio
di Andrea Galvani

Decreto sicurezza bocciato. I vescovi e la Caritas lombardi sul fenomeno migratorio

Il fenomeno migratorio a fronte del recente decreto sicurezza. Questi due dei temi affrontati dai vescovi lombardi nella due giorni al santuario di Caravaggio. Con loro anche il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti. Il delegato regionale Luciano Gualzetti ha presentato una relazione delle Caritas diocesane lombarde, spiegando che le migrazioni non possono essere ridotte al solo aspetto della sicurezza e dell’ordine pubblico. “L’accoglienza dei profughi aiuta a promuovere comunità accoglienti, che devono essere sensibilizzate al dovere di accoglienza, ma anche a conoscere le cause del fenomeno migratorio e educarsi alla responsabilità di rimuovere le situazioni di ingiustizia e a operare per creare le condizioni per non partire e per poter ritornare nel proprio paese”.

 

Promozione della giustizia

Invitando “tutti i fedeli a riflettere e a superare reazioni emotive” i vescovi lombardi hanno incoraggiato le Caritas diocesane a “continuare, in sintonia con la Cei e il magistero di papa Francesco, a sostenere con generosità quegli interventi di integrazione già in atto, tesi alla promozione della giustizia e della dignità di ogni persona”. Il vice direttore della Caritas di Crema, Claudio Dagheti, ha confermato la necessità di promuovere “opere segno”, puntando sulla qualità degli interventi. Ad esempio “il progetto Protetto a casa mia, prendendo in carico i problemi dei più fragili ed esclusi dal sistema statale, senza dimenticare di “ospitare i cristiani perseguitati d’Oriente, come segno di fratellanza e di sostegno a chi ha perso tutto a causa della fede”.

 

Ospitalità diffusa

Il decreto sicurezza è stato fortemente criticato perché “smonta la buona accoglienza”. Assicurando continuità anche al di fuori da accordi convenzionali pubblici, Caritas ritiene opportuno confermare “l’impegno finora assolto con la stessa qualità, integrando con fondi propri i servizi non richiesti ma ritenuti necessari”. L’esperienza conferma “l’efficacia dell’ospitalità diffusa, scelta dalla Chiesa, che ora viene smontata dal decreto sicurezza”. La nuova emergenza rilevata dalle Caritas diocesane è “l’accoglienza degli scarti di questo sistema: gli allontanati e gli irregolari”. La Chiesa ribadisce l’intenzione di “privilegiare l’ospitalità capillare per promuovere nuove relazioni”.

 

Oltre 500 persone a rischio

I vescovi lombardi hanno condiviso il criterio di “non allontanare dai posti in convenzione coloro che non hanno più i requisiti: sia regolari – in possesso di permessi umanitari o nuovi permessi speciali – sia irregolari, magari offrendo posti alternativi per non incorrere a inadempimenti della convenzione sottoscritta; continuando a sostenere a proprie spese quegli interventi di integrazione già in atto, tesi alla promozione della giustizia e della dignità di ogni persona”. Secondo le rilevazioni “le persone ospitate dalle Caritas e i loro Enti gestori a rischio di perdere il posto nel sistema di accoglienza prefettizio a causa dell’applicazione del decreto sicurezza potrebbero essere almeno 500”.

 

Mortificazione dei percorsi virtuosi”

Per quanto concerne la partecipazione a nuovi bandi – la cui impostazione prevede un’assistenza essenziale, trascurando di fatto interventi di integrazione e di accompagnamento – le Caritas ritengono indispensabile “valutare se accettare di essere coinvolti in un sistema che assegna all’ente gestore un ruolo che non ci appartiene: di mero controllo e custodia. E che tende, anzi, a espellere o mortificare i percorsi virtuosi come l’ospitalità diffusa, già di per sé più onerosa, richiedendo tali e tanti adempimenti burocratici che renderà impossibile sostenere i relativi costi”.


Forte riduzione degli importi

Dagheti ha sottolineato la “forte riduzione degli importi economici previsti dai nuovi capitolati che passano dai 35 euro – che prima coprivano i costi per: strutture, operatori, pulizia, vitto, beni di prima necessità (lenzuola, vestiti...), servizi di mediazione linguistica e culturale, assistenza sociale, giuridica e sanitaria, corsi di italiano, una tessera di ricarica telefonica all’arrivo, pocket money di 2,50 euro al giorno per il migrante – a 21,35 euro, contando sulla generosità delle comunità locali. A fronte di una situazione sociale incerta e frammentata, dove è più facile coltivare solitudine e angoscia – si legge nel documento diffuso al termine della due giorni caravaggina – i vescovi lombardi invitano i fedeli delle loro Chiese a essere testimoni di speranza, capaci di segnare questo nostro tempo con significative scelte di profezia evangelica.”

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