16-10-2020 ore 17:28 | Politica - Crema
di Sara Valle

Welfare. All'Orientagiovani di Crema un centro di relazioni e progetti per la famiglia

Fornire una mappatura completa dei servizi offerti sul territorio alle famiglie, elaborare percorsi di accompagnamento educativo e rendere i nuclei familiari artefici di patti di comunità. Questo è il progetto Famiglie in e out presentato oggi, venerdì 16 ottobre e che intende “valorizzare i nuclei familiari come risorse”. Tra i soggetti proponenti, in qualità di capofila, il Comune di Crema, che può contare sulla collaborazione di alcuni partner: associazione Insieme per la famiglia (consultorio diocesano Insieme), Asst Crema, cooperativa sociale Krikos (consultorio Kappadue), l'associazione Famiglie in cammino di Castelleone e l'associazione Canguro di Crema. L'obiettivo è quello di “creare luoghi per avvicinare le famiglie al fine di costruire servizi in modo partecipato” spiega l'assessore al welfare Michele Gennuso. L'iniziativa prende avvio “in un periodo particolare, in cui la famiglia è il luogo deputato a generare serenità, ma spesso impegnato anche a gestire situazioni di fragilità: pensiamo agli anziani, alle famiglie di persone con disabilità o con bambini in affido”. Per questo “un luogo centralissimo della città, l'attuale sede dell'Orientagiovani, diverrà un punto di riferimento anche per le famiglie”.

 

Orientamento e accompagnamento

Il progetto, del valore complessivo di 64650 euro, viene sostenuto da Regione Lombardia e Ats Valpadana per 36500 euro e cofinanziato dagli enti partner per 28150 euro. È inserito nei programmi di coprogettazione promossi dal Comune di Crema e Ats impronte sociali. “Nell'ottica di fornire una mappatura completa dei servizi, verranno rivisti gli strumenti comunicativi, primo tra tutti il sito web, e verrà creato uno sportello d'ascolto, attivo dal mese di gennaio”. L'azione di accompagnamento educativo prevede la collaborazione con il Centro per la pace di Piacenza “L'obiettivo è raggiungere i contesti vissuti dalle famiglie per formulare servizi più adeguati alle richieste dei genitori”.

 

Fare rete

Infine, è bene fortificare il ruolo comunitario della famiglia. Come spiega Maria Sangiovanni del consultorio Kappadue: “Le famiglie diverranno parte attiva nella formulazione di patti di comunità”. Si intendono attivare progetti e strategie che coinvolgano associazioni, affinché la famiglia sia “nucleo attivante dinamiche di comunità e parte attiva nella realizzazione di un legame comunitario”. Sono diversi i programmi della coprogettazione coinvolti in questa iniziativa, che proseguirà fino alla fine del 2021: si passa dal primo dedicato in modo specifico alle famiglie, passando per il secondo dedicato al contrasto della povertà, fino al terzo legato al lavoro sociale di comunità. Lo sguardo è ampio, così come la volontà di raggiungere famiglie, vite, storie: “In un momento così particolare c'è bisogno di fantasia, bisogna reinventare i servizi” continua Gennuso. “Con questo progetto puntiamo a raggiungere almeno 500 famiglie”. E soprattutto a fortificare una rete di servizi già salda. Anche per Piero Mombelli dell'associazione Canguro“la creazione di una rete nella gestione della fragilità, soprattutto in caso di bambini in affido, è fondamentale”.