16-09-2021 ore 12:05 | Politica - Romano di Lombardia
di Denise Nosotti

Arco Blu: previsti interventi di ripristino degli ecosistemi impoveriti nell'alto cremasco

Ripristino di zone umide, riattivazione della funzione idraulica di lanche, rami e aree golenali, riqualificazione di zone boschive ripariali, azioni di contenimento di specie vegetali aliene e ricostruzione di connessioni ecologiche sia locali sia di sistema. È questo il progetto denominato ‘Arco blu’ che interessa diverse aree del nostro territorio: la lanca Menasciutto a Pianengo e l’area boscata di Castel Gabbiano. All’incontro di presentazione hanno partecipato: Basilio Monaci, presidente del parco del Serio e Simona Colombo di Legambiente Lombardia. L’obiettivo è di  favorire il miglioramento degli ecosistemi e ricostruire la continuità ecologica tra aree dall’alto valore naturalistico, ad oggi disconnesse tra loro. Diversi gli attori coinvolti: parco regionale del Serio come capofila, parco dell’Oglio Nord, i comuni di Covo e di Fontanella, il consorzio di bonifica Dugali, il consorzio di Bonifica della media pianura bergamasca, l’università degli studi di Bergamo e Legambiente Lombardia, con il finanziamento di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Capitale Naturale 2019” e il sostegno del parco Adda Sud, dei Comuni di Mozzanica, Pianengo, Soncino e della provincia di Cremona.

 

Impoverimento degli ecosistemi

L’ambito della bassa pianura bergamasca tra Adda, Serio e Oglio, a cavallo tra le provincie di Bergamo e Cremona è un contesto caratterizzato da potenzialità ecologiche molto alte, esposte però ad elementi di frammentazione e fattori di rischio tali da pregiudicarne i servizi ecosistemici a danno della biodiversità. I progetti infrastrutturali quali in particolare BreBeMi, alta velocità ferroviaria e le opere ad essi connesse, hanno comportato nella parte centrale della pianura una forte disgregazione della continuità ecologica retta dal reticolo idrografico minore. Allo stesso tempo la meccanizzazione dell’attività agricola intensiva ha fortemente semplificato l’infrastrutturazione vegetale e le previsioni di sviluppo locale, legate ad una ormai superata stagione di sviluppo immobiliare, hanno contribuito a impoverire il suolo, producendo situazioni irrisolte di aree in abbandono, non senza problemi ambientali, o aree che giacciono in un limbo identitario. Da questo contesto si è partiti per pianificare interventi mirati ad aumentare il capitale naturale del sistema ecologico e agroecologico del territorio di confine tra la provincia di Bergamo e quella di Cremona, con una breve escursione anche in territorio bresciano, lungo il fiume Oglio.

 

Azioni alla palata Menasciutto

Nel dettaglio, è prevista la riattivazione della funzione idraulica della lanca fluviale nella riserva naturale palata del Menasciutto, nel cremasco, attualmente in avanzato stato di interramento. Azioni accessorie saranno interventi di sostegno delle sponde con opere di ingegneria naturalistica e di ripristino dei canneti e di ecosistemi umidi in specifiche anse del fiume Serio circondate da aree caratterizzate da un’attività agricola intensiva. Lo scopo è favorire la vegetazione acquatica tipica e di conseguenza fornire un habitat ideale sia per la fauna stanziale legata agli ambienti umidi che per la fauna migratrice. Per questo saranno introdotte anche opere sul contesto agricolo di prossimità, mediante l’inserimento di fasce tampone boscate, radure e prati polifiti, lembi di bosco mesofilo e un sistema di piccoli stagni funzionali a favorire la presenza degli anfibi.

 

Riqualificazione dei boschi

È inoltre prevista la rinaturalizzazione di aree adiacenti al letto del fiume Oglio dall’emissione del fiume dal lago di Iseo fino alla zona del soncinese, attraverso la riqualificazione di boschi ripari esistenti attualmente compromessi dalla presenza di numerose specie alloctone invasive, con la messa a dimora di specie autoctone tipiche del contesto, siepi arboreo-arbustive e un saliceto ripariale. Infine, anche i fontanili saranno al centro di lavori di ripristino con lo scopo di ottenere un aumento della biodiversità e delle connessioni ecologiche e di aumentare il valore naturalistico delle aree umide in un contesto completamente immerso in aree agricole.

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