16-08-2022 ore 13:30 | Politica - Milano
di Alessia Silvani

Lombardia. Consorzi forestali, dalla regione un bando da 740 mila per riconoscerli e tutelarli

Un bando da 740 mila euro dedicato alla copertura delle spese di avviamento dei consorzi forestali, fondamentali anche nell'ottica della prevenzione degli incendi. È la misura proposta da regione Lombardia, rivolta ai consorzi forestali già costituiti che intendono ottenere il riconoscimento regionale. I fondi, distribuiti su base triennale, potranno coprire più voci: spese per affitti di locali idonei, attrezzature per ufficio, materiale informatico, personale e oneri amministrativi. La norma prevede che i consorzi forestali siano costituiti volontariamente non solo da proprietari pubblici o privati, ma anche da altri soggetti appartenenti alla filiera bosco legno, quali le imprese boschive. Dispone inoltre che le attività principali del consorzio (attività selvicolturali, miglioramento fondiario, alpicoltura, assistenza tecnica) siano svolte prevalentemente sui terreni conferiti in gestione al consorzio, sul reticolo idrico minore, sulla viabilità agro-silvo-pastorale e sulla rete escursionistica. Le domande dovranno pervenire entro il 7 ottobre.

 

La situazione in regione

I consorzi forestali sono associazioni volontarie e temporanee finalizzate alla gestione diretta del patrimonio silvo-pastorale per l'incremento e la valorizzazione delle risorse forestali e la difesa del territorio dal dissesto idrogeologico. In Lombardia quelli riconosciuti sono 23. E' di ben 98 mila ettari la superficie silvo-pastorale o improduttiva gestita dai consorzi forestali lombardi, di cui circa 86 mila ettari di boschi (circa l'88 per cento dei terreni conferiti in gestione), che rappresentano quasi il 14 per cento dell'estensione dei boschi dell'intera Lombardia. Quasi 51 mila ettari di boschi sono certificati Pefc (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes - marchio che assicura che per ogni albero tagliato ne verrà piantato un altro).Circa il 9 per cento dei terreni conferiti sono incolti o improduttivi e meno del 2 per cento interessano colture erbacee (prati o pascoli).

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