Con trentun anni da compiere a ottobre, Christian Di Feo è il membro più giovane del Consiglio comunale di Crema. Originario di Soresina, è stato eletto nel Movimento 5 Stelle e attualmente è esponente d’opposizione. “Quella in sala degli Ostaggi è un’esperienza che dovrebbero fare tutti almeno una volta”, racconta parlando della sua prima legislatura.
Consigliere, il Consiglio può essere un luogo per giovani?
“Lo spazio c’è, ma prima di tutto dev’esserci la volontà di mettersi in gioco da parte dei giovani. All’inizio si sconta sempre un po’ di scetticismo da parte dei consiglieri più anziani, ma bisogna fare emergere le idee. La vera differenza è tra chi interviene per il bene della città e chi fa da alzamano: non è l’età a fare l’idea”.
Ad oggi, quanto è stato fatto per i giovani?
“Si è fatto poco e niente, politicamente nulla. Bisognerebbe reistituire la Consulta dei giovani come strumento per rappresentare l’attività giovanile in Consiglio comunale. Poi, di eventi culturali – e non solo – ce ne sono stati molti: lo stimolo c’è ma è tout court, rivolto cioè a tutta la cittadinanza e non ai giovani nello specifico”.
Partecipazione e coinvolgimento: a che punto siamo?
“Il Consiglio è messo male: siamo ancora fermi, peggio che nella legislatura Bruttomesso. Il coinvolgimento della cittadinanza non c’è stato se non con iniziative spot. Penso, ad esempio, al tour dell’amministrazione nei quartieri: certo, hanno incontrato qualche persona, ma ciò è ben diverso da portarle a partecipare alle decisioni, o nei luoghi istituzionali”.
Come si potrebbe stimolare questo processo?
“Gli strumenti esistono già. L’amministrazione deve farsi promotrice di scelte che necessitano di condivisione, come le modalità di spesa delle risorse. Ad oggi, invece, le decisioni vengono prese dalla maggioranza, senza il coinvolgimento della minoranza. Probabilmente temono che la città possa mettergli i bastoni tra le ruote”.
Su quali scelte dovrebbero esprimersi i cittadini?
“Più che parlare di scelte dovremmo parlare di un rapporto bilaterale tra il Consiglio e i cittadini. L’amministrazione deve portare avanti il programma. Però, qualora accadano degli imprevisti che comportano deviazioni dalle linee programmatiche, bisognerebbe interpellare i cittadini e permettergli di esprimersi, soprattutto se si trattasse di scelte strategiche”.
In Consiglio il M5S fa da ‘terzo polo’. Come vi trovate?
“Con la minoranza si collabora nei limiti del possibile. Se ci sono battaglie condivisibili, dove non serve mettere la bandierina, noi siamo e saremo sempre aperti. Se invece la polemica è sterile siamo i primi a tirarcene fuori. Quanto alla maggioranza, è capitato di votare a favore delle loro proposte – come il bando per il centro natatorio e la razionalizzazione della partecipate – ma spesso non è così. Tuttavia, è totalmente infondata l’accusa che ci muovono, di votare “a priori”: motiviamo sempre le nostre scelte”.