16-06-2015 ore 10:30 | Politica - Crema
di Andera Galvani

Consiglio comunale, approvato il regolamento del Registro delle Unioni civili. Coti Zelati: "tutti i cittadini sono eguali"

Nel Comune di Crema s'intende “unione civile il rapporto tra due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che non siano legate fra loro da vincoli giuridici (matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, curatela) ma da vincolo affettivo, inteso quale impegno alla reciproca assistenza morale e materiale, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune ai sensi dell’art. 4 comma 2 D.P.R. n. 223/1989 “Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente” e che ne abbiano chiesto la registrazione amministrativa ai sensi dei successivi articoli”.

 

Dal giugno 2013

Al termine di un percorso durato mesi e di un lungo dibattito, ieri sera il Consiglio comunale di Crema ha approvato a maggioranza il regolamento per il riconoscimento delle Unioni Civili (in allegato il documento integrale). La mozione istitutiva è stata depositata nel giugno 2013, ma la stesura del Regolamento – collettiva, con centinaia di persone coinvolte online - è iniziata prima. Approvata a maggioranza in Consiglio comunale il 13 gennaio 2014, successivamente è stata proposta dalla Giunta una bozza di regolamento delle unioni civili, passata in commissione Regolamento presieduta allora da Mario Lottaroli, Rifondazione comunista: ai lavori non ha partecipato la minoranza. Qui il dettaglio.

 

Eguaglianza

Per il primo firmatario Emanuele Coti Zelati, SeL, “la partecipazione e l'allargamento dei diritti producono effetti virtuosi che fanno bene alla società”. Il Registro delle Unioni civili è “un importante strumento con il quale il Comune di Crema e dirà forte e chiaro che tutti i cittadini sono eguali e che è giunta l'ora che anche in Italia, come in tutti gli altri paesi dell'Europa occidentale si riconoscano anche i nuclei familiari differenti dalla famiglia eterosessuale sposata come famiglie degne di tutela da parte delle istituzioni”.

 

Emanuele Coti Zelati (foto © Cremaonline.it)

Il livello culturale della società

Favorevole anche Renato Stanghellini, Rifondazione comunista: “il mio matrimonio civile, 34 anni fa, è stato molto contrastato e di fatto sono stato discriminato, sia a livello sociale che all'interno della famiglia. La cosa più naturale del mondo, oggi, è il fatto che due persone che si amano si possano sposare, senza le tragedie familiari che creava un matrimonio civile qualche anno fa. È la dimostrazione che la società è progredita”. Per il Movimento 5 Stelle, che ha votato a favore, Christian Di Feo ha spiegato di “disapprovare la specificazione di sesso nel registro”, perchè “per promuovere uno sviluppo culturale nella società è sufficiente dire 'due persone', specificarne il sesso è già fare discriminazione”.

 

Il riconoscimento dei diritti

Pur essendosi astenuto dal voto - “non ho chiusure rispetto all'estensione di alcuni diritti ma sono convinto che il soggetto istituzionale deputato a provvedere in tal senso non sia il Consiglio Comunale di Crema ma il Parlamento nazionale, vero inadempiente, pur avendo una maggioranza simile a quella su cui si regge la Giunta di Crema” - Antonio Agazzi, Servire il cittadino, ha sostenuto: “ogni essere umano, mi pare un dato elementare, ha il diritto di provare a essere felice. Da sempre, penso che sarebbe 'contro natura' ostacolare l'affettività di due persone che si vogliono bene e provano reciproca attrazione, per il solo fatto che si tratti di persone dello stesso sesso”. Nel caso il Registro comportasse dei costi, è stato altrettanto chiaro: “non mi scandalizzo, perché erano diritti negati”.

 

Agazzi, Patrini, Arpini (foto © Cremaonline.it)

L'emergenza sicurezza

Decisamente contrario Alberto Torazzi, Lega Nord: “Credevo che aveste altri problemi più urgenti da risolvere a Crema, come il lavoro, l'economia, l'emergenza sicurezza, l'emergenza immigrazione. Evidentemente c'è una lobby molto forte se anche il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che avrebbe combattuto ogni discriminazione omofobica nel mondo, ovviamente dimenticando l'Arabia Saudita”. Ha “preso atto dei mutamenti sociali” e cambiato posizione rispetto alla contrarietà della delibera iniziale, il consigliere di maggioranza Sebastiano Guerini, Patto Civico, deciso a “non essere di ostacolo all'affermazione di un diritto” “per quanti vivono affetti e sentimenti diversi” dal suo.

 

Il discorso laico

Per Walter Della Frera, Crema Bene Comune “il Regolamento fa parte di un discorso laico, come si deve ad un'amministrazione, indipendente dalle convizioni morali e religiose. Non vedo alcun scardinamento della famiglia, ma il riconoscimento di diritti che non ledono libertà altrui. Non è solo d'effetto culturale, l'amministrazione prende posizione su un argomento molto importante, riconoscendo l'eguaglianza di tutti i suoi cittadini. Ben venga una scelta che chiarisce e manifesta cosa dev'essere un percorso laico, di riconoscimento di tutti”.

 

S. Guerini, Della Frera, Torazzi (foto © Cremaonline.it)

L'articolo 3

Ha sottolineato il cambiamento del testo dell'articolo 3 del Regolamento Pietro Mombelli, Partito democratico: “Credente, felicemente sposato da quasi 31 anni, in chiesa, una scelta che rifarei subito domattina. Il Regolamento non limita o mette in discussione chi come me ha deciso di sposarsi in modo tradizionale”. Il titolo e alcune parti sono state modificate “in modo significativo”. L'articolo 3 specifica tra l'altro che “all’interno del Comune di Crema, chi si iscrive al Registro è equiparato al parente prossimo con cui si è iscritto ai fini della possibilità di assistenza”.

 

Il rango di formazione sociale

Per il Patto civico, Dante Verdelli ha ricordato che “la maggioranza dei Paesi dell'area economica europea ha una propria normativa in materia; su 32 Paesi dell'unione europea, 9 hanno le nozze gay, una ventina hanno adottato l'unione civile, con l'eccezione della Grecia, dei paesi balcanici e di quelli dell'est europeo. In Italia si tira a rinviare. L'inerzia parlamentare ha portato le Corti superiori ed i tribunali a surrogare la funzione legislativa, attribuendo le convivenze non fondate sul matrimonio il rango di formazione sociale, basandosi sul rango dell'articolo 2”. Venendo meno le decisioni centrali, molti Comuni italiani si sono dotati del Registro, la cui funzione essenziale “è dare visibilità alle unioni civili confermandone la loro dignità e importanza sociale nell'alveo della nostra Costituzione”.

 

Verdelli e Gramignoli (foto © Cremaonline.it)

Il rispetto nella pienezza

Come sottolineato da Teresa Caso, Pd, “dato che il Parlamento italiano non riesce a legiferare in materia, nel nostro paese le coppie di fatto, non sono riconosciute e sono tenute in un limbo in cui non sono soggetti di diritti e doveri: eredità, previdenza sociale, reversibilità della pensione, tutele in caso di separazione, congedi lavorativi, assistenza ospedaliera; decisioni relative alla salute in caso di incapacità. Il Parlamento europeo – ha aggiunto - riconosce l’esistenza di famiglie gay nel rapporto in cui redige le linee di indirizzo per correggere le discriminazioni. È in questa situazione che viene chiamata in causa l’amministrazione locale, l’ente più prossimo al cittadino, alla sua vita, al suo quotidiano. E allora certo che sì, bisogna condurre anche una battaglia culturale, affinchè ognuno possa essere rispettato nella propria pienezza, che comprende anche le scelte di chi e come amare”.

 

I distinguo

Si è distinto dal voto favorevole del capogruppo del Pd Gianluca Giossi il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Cappelli: “il mio voto è negativo, è necessario che lo Stato intervenga prestissimo”. Nell'istituzione del Registro “c'è una forzatura, sono abituato a far derivare Regolamenti dalle leggi e non il contrario”. Emilio Guerini, Pd, non ha condiviso “nel metodo e nel merito” il Registro, che nel resto d'Italia – “solo 145 Comuni l'hanno adottato” - “sono stati snobbati dai cittadini”. In assenza di una legge nazionale “che supporti queste fughe in avanti”, “facciamo parte di una simbolica manifestazione per indurre il Parlamento a legiferare”.

621