15-10-2022 ore 10:02 | Politica - Milano
di Ilaria Bosi

Caro bollette, M5s Lombardia: ‘La luce, l'acqua e il riscaldamento sono diritti fondamentali

“Via l’addebito bancario, rateizzazione automatica, l’extra costo a carico di chi ha extra profitti. Chi ha svenduto i servizi pubblici ora ci metta la faccia”. Al centro della conferenza stampa dei consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Lombardia, Marco Fumagalli, Marco Degli Angeli e Simone Verni, gli aumenti del costo dell’energia e “le amministrazioni che hanno svenduto i servizi pubblici a società quotate in borsa”. Il primo ha iniziato la conferenza strappando una bolletta, il secondo con le mani legate e il terzo bendato. Per i Cinque stelle “il ritorno alla gestione pubblica dei servizi essenziali è una battaglia che verrà portata avanti a tutti i livelli istituzionali”.

 

Evitare che il rid prosciughi il conto
“Dal prossimo fine settimana – ha spiegato Fumagalli - porteremo nelle piazze le nostre iniziative. Innanzitutto, inviteremo i cittadini a sospendere il pagamento automatico tramite addebito bancario, per evitare che il rid prosciughi il conto corrente. Al tempo stesso suggeriremo di chiedere l’immediata rateizzazione. Pretendiamo dai comuni che hanno svenduto i servizi pubblici l’impegno a fare in modo che le forniture non siano interrotte a chi non è in condizione di poter pagare. Luce, acqua e riscaldamento sono diritti fondamentali. Appoggeremo la campagna su change.org affinché lo Stato provveda a pagare tutto ciò che eccede il consumo medio degli anni precedenti. Gli attuali rincari non sono colpa dei cittadini. Molti gestori hanno rimodulato i contratti di fornitura senza che Governo o autorità competenti abbiano controllato. Da una parte abbiamo chi fa profitti senza alcun controllo, dall’altra cittadini e imprese sempre più strozzati da una logica di mercato insostenibile. Sindaci, regioni, governo, qualcuno deve intervenire. Altrimenti inviteremo i cittadini e imprese a strappare le bollette come gesto di protesta civile”.
 

Servizi pubblici svenduti

Per il consigliere cremasco Marco Degli Angeli questa è la situazione in cui si sono messi i comuni, che negli anni hanno svenduto i servizi di pubblica utilità. Prima il pubblico poteva intervenire direttamente, oggi con la svendita dei servizi, che negli ultimi anni è stata dichiarata illegittima, i comuni non sono più in grado di intervenire direttamente. Prima potevano controllare oggi no. Noi vogliamo che queste mani siano slegate. I sindaci ora devono avere il coraggio di affrontare queste società, che negli anni hanno preso il controllo di diritti quali riscaldamento, luce, acqua e gas e che devono essere garantiti. Devono imporsi per tutelare i cittadini. È una battaglia che portiamo avanti dal 2016. La politica non ha voluto ascoltare, ma ci hanno ascoltato Anac e magistratura e Corte dei conti. Adesso aspettiamo risposte anche dallo Stato italiano, che dopo le sentenze del Consiglio di stato e della Corte di giustizia europea, ha il dovere di intervenire”.

 

Aumenti ingiustificabili

“Nessuno vuole vedere la realtà dei fatti, nessuno vuole vedere il problema. Lo Stato e le autorità di competenza – ha aggiunto Verni - intervengano immediatamente per aiutare cittadini e imprese strozzati dal caro energia. Gli enti pubblici hanno svenduto i servizi pubblici, a volte addirittura per assegnazione diretta. Chiediamo ai comuni di sostenere i cittadini e gli imprenditori che non ce la fanno. Devono parlare con le partecipate e pretendere ciò che prevede la Costituzione e il Codice Civile: la pubblica amministrazione ha il dovere e il diritto di intervenire dove ci sono aumenti ingiustificabili”. In chiusura la neo eurodeputata Maria Angela Danzì: “L’Europa sostiene debba esserci un forte controllo pubblico sulle partecipate. Il comune deve agire attraverso un controllo presente e perseverante sui costi e sull’organizzazione del servizio. La sentenza europea non esclude procedure di infrazione nei confronti dell’Italia, qualora l’Italia non metta in essere le iniziative atte a uniformarsi alla disciplina comunitaria”.

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