15-08-2022 ore 15:51 | Politica - Crema
di Alessia Silvani

Diritti civili. 'L'arcobaleno non basta', servono tutele. Arci e Prc: 'quando un Pride a Crema?'

“Perché non organizzare Pride territoriali, magari in una città come Crema?”. La proposta arriva direttamente dall'organizzatore del Pride di Cremona Lorenzo Lupoli in rappresentanza di Arcigay Cremona La Rocca durante la festa di Rifondazione comunista di Crema. Al dibattito sui diritti civili che si è tenuto domenica 14 agosto hanno partecipato anche Daria Fratus di Prc regionale e Simone Antonioli dei Giovani comunisti di Crema. Moderava Martina Morosini. “Il Pride di Cremona dello scorso 4 giugno è stata una bellissima esperienza, una giornata storica: un aiuto per tantissimi ragazzi per uscire dall'invisibilità. Per comprendere che non siamo soli. Non sappiamo se già il prossimo anno verrà organizzata una seconda edizione, ma ci stiamo muovendo per l'organizzazione di Pride territoriali, di provincia, in altre zone del territorio”.

 

Costruire ponti

Per Daria Fratus, “il primo Pride aiuta a prendere coscienza di se stessi. Sono uscita allo scoperto all'età di 48 anni suonati. Sono una transessuale: al Pride di Milano del 2011 ho preso consapevolezza di una nuova me. Queste manifestazioni sono un'opportunità insostituibile di relazione umana, di conoscenza. Ho vissuto il mio percorso da sola, negli anni '80 e '90. Nel 2011 ho scoperto che la mia isola faceva parte di un bellissimo arcipelago. Che si possono costruire ponti”, si devono costruire ponti. “C'è sempre spazio per una lotta condivisa. Il Pride aiuta a capire che non c'è niente che non va in noi: c'è qualcosa che non va nella società”.

 

Servono diritti

“L'Italia – prosegue Fratus – ha il primato nel mondo occidentale di morti e feriti nella comunità trans a causa della violenza transfobica. Serve un sistema normativo serio che possa tutelare tutti i cittadini. Oggi mancano gli strumenti necessari per garantire il principio di uguaglianza sostanziale, che è cosa diversa dall'uguaglianza formale”. La responsabilità è anche della politica. “Il Pd negli ultimi 11 anni ha fatto parte di varie compagini di governo. Avrebbe potuto benissimo far approvare il ddl Zan. Per il momento in Italia dobbiamo accontentarci di una legge monca sulle unioni civili. Facendoci bagnare il naso dalla Svizzera, che ha riconosciuto il matrimonio egualitario”.

 

L'arcobaleno non basta

Il concetto viene meglio chiarito da uno striscione alle loro spalle: L'arcobaleno non basta. Non basta alla politica, che secondo Lupoli, “pecca di opportunismo sulle nostre battaglie e sulle nostre vite”. Non basta alle aziende che “sensibilizzano, magari nel mese del Pride e poi attuano sul lavoro discriminazioni legate al genere o all'orientamento sessuale”. Da questo punto di vista, anche Fratus ha raccontato di essere stata discriminata: “spesso non vengo neanche presa in considerazione durante le selezioni, oppure vengo scartata al primo step”. L'arcobaleno non basta. Servono diritti. “Serve valorizzare l'autodeterminazione di ciascuno e ascoltare concretamente ciò che vuole essere”. La festa di Rifondazione comunista continua presso l'Arci di Ombriano, anche nella serata di Ferragosto: appuntamento questa sera dalle ore 19.30 con la tortellata popolare.

3577