14-07-2021 ore 15:30 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Educatori professionali, tra diritti, tutele e contratti. La vicenda approda in regione

“I 274 educatori professionali (Saap e Adm) assunti dalle cooperative accreditate e facenti riferimento al consorzio Comunità sociale cremasca chiedono maggior dignità, ossia un adeguamento salariale e contrattuale rispetto alle effettive mansioni svolte”. Come spiegano Marco Degli Angeli e Manuel Draghetti (rispettivamente consigliere regionale e consigliere comunale del M5S), “da quanto emerso gran parte di questi educatori professionali sembrerebbero essere stati inquadrati con un livello inferiore, D1 anziché D2, rispetto ai compiti che sono effettivamente chiamati a svolgere”.

 

Regione e ispettorato del lavoro

Non solo: “sembrerebbe che alcuni di essi siano stati inquadrati come assistenti all’infanzia, quando invece sono veri e proprio educatori professionali”. La vicenda è approdata in regione, con un’interrogazione rivolta alla giunta. Draghetti racconta di aver raccolto le testimonianze dei lavoratori e “grazie alla collaborazione di Comunità sociale cremasca, tutti i documenti comprovanti il fatto. Anche l’assessore Michele Gennuso, presente ad una recente Commissione consiliare (clicca per un approfondimento), è informato delle problematiche, ma da parte del comune fino ad oggi c’è stata molta inerzia. Ora è mia intenzione indirizzare una segnalazione anche alle sigle sindacali, prima di procedere con l’Ispettorato del lavoro”.

 

Fondi pubblici e contratti

I due esponenti Cinque stelle si domandano se “la regione Lombardia, che eroga fondi pubblici dedicati all’assistenza, sia a conoscenza dei fatti, ovvero che molti educatori sembrerebbero essere stati assunti con livello contrattuale non adeguato alle loro vere mansioni. Soprattutto - commentano Degli Angeli e Draghetti - è nostra premura comprendere se per la regione la ratio adottata dalle diverse cooperative accreditate sia o meno corretta, considerando anche il fatto che l’esborso pubblico è correlato al livello richiesto dalla legge mentre la retribuzione del personale è definita dal livello effettivamente riconosciuto in busta paga”.

 

Interesse pubblico e lavoratori

“Ci siamo messi a disposizione per tutelare l’interesse pubblico, i lavoratori e quindi le famiglie che essi assistono. Questa è la nostra priorità”, concludono Draghetti e Degli Angeli: “Ci auguriamo che regione Lombardia possa rispondere in modo celere, definendo le linee guida e il giusto inquadramento. A questo punto avremo più forza nell’affiancare Comunità sociale cremasca nella dovuta attività di controllo nei confronti degli erogatori dei servizi”.