Proseguono gli incontri coi segretari provinciali dei partiti del territorio. Ospite della redazione di Cremaonline è stato Paolo Losco, segretario provinciale di Sinistra Italiana Cremona e responsabile organizzazione e comunicazione Sinistra Italiana Lombardia.
Una fotografia dell'attualità del partito?
“Siamo un piccolo partito, sul territorio cremonese abbiamo la federazione provinciale e gruppi informali che lavorano su Crema sul cremasco e sull’area cremonese. Anche se più deboli, siamo presenti anche nel casalasco. A Cremona siamo in consiglio comunale con due consiglieri e un assessore. Attualmente ci stiamo ristrutturando, veniamo da una serie di assemblee organizzative. Ora i sondaggi ci danno al 7 per cento a livello regionale, a Milano e Brescia abbiamo superato il 10 per cento. Con le ultime amministrative a Cremona abbiamo presentato insieme a Bergamo e Pavia la lista Alleanza Verdi e Sinistra".
Progetti in corso e futuri?
“Il partito è in fase di riorganizzazione, data da una forte crescita della fiducia elettorale, percepita specialmente grazie al tesseramento. Come obiettivo ci siamo prefissati di aumentare la partecipazione degli iscritti. Il progetto Alleanza Verdi e Sinistra è in crescita, con il due per mille. I risultati ci danno tra i più votati tra i giovani e le donne, dati molto significativi. Abbiamo sempre sostenuto le lotte dei lavoratori, il mondo del lavoro è uno dei temi più attenzionati. Ci sono i problemi dei salari, i più bassi di Europa e fermi da 30 anni. Su questa tematica stiamo facendo una grossa rielaborazione all’interno del partito: stiamo cercando di ricostruire lo strappo con i lavoratori”.
Il 15 in piazza: qual è il futuro dell'Europa?
“Domenica si terrà l’assemblea nazionale di organizzazione che chiuderà ufficialmente la fase di riorganizzazione. Vogliamo essere presenti laddove ci siano fragilità, dare la nostra visione di mondo. L’assemblea ci sta facendo riflettere sulle modalità migliori per far sentire al meglio la nostra voce: dal cercare di costruire circoli e radicarsi nei territori dove siamo più deboli fino agli investimenti sulla comunicazione. Stiamo cercando di razionalizzarci, radicarci e uscire un po’ dalla timidezza. Per il 15 marzo è stata convocata la piazza nazionale e qui le contraddizioni non mancano. Personalmente non credo che quella piazza mi rappresenti, è ambigua perché convocata con un messaggio ambiguo: ‘Una piazza per l’Europa’. Mi chiedo dov’è stata l’Europa negli ultimi tre anni? Si vuole un’Europa di pace o di guerra? Qual è il futuro che vogliamo? Quella piazza non lo dice. Io sono un europeista convinto, ma non è questa l’Europa che chiedo. Vorrei dare a quella piazza l’importanza che effettivamente ha e mi auspico che chi crede in un Europa di pace e dei popoli ne possa convocarne una: alla manifestazione di sabato 15 marzo a Crema ci saremo. Perché ha una piattaforma precisa, che si pone in contrasto con le politiche di riarmo".
Parliamo della campagna referendaria della Cgil?
“I ‘5 sì’ del referendum non sono solo sì tecnici: danno una chiara idea di mondo, alternativo a quello che oggi ci viene venduto come l’unico possibile. Ora c’è tanta rassegnazione, ma le alternative ci sono e bisogna perseguirle insieme. Il referendum serve per ridare consapevolezza sul futuro alle persone. In questo periodo storico stiamo toccando uno dei punti più bassi sul tema disuguaglianza, con oltre 10 milioni di poveri assoluti, nonostante molti di loro abbiano un lavoro. A Cremona ci sono episodi di aggressione che non si possono non notare, ma il daspo non è la soluzione migliore: il problema sta alla base, in un’incertezza diffusa che non vede inclusione sociale. Viviamo in un mondo completamente individualista, dobbiamo ricreare un tessuto sociale. Mentre, mi sembra che il governo attuale miri a dividere ulterioremente senza dare risposte".
Fragilità: cosa pensa del progetto Casa Stalloni?
“Questa amministrazione si è rimangiata un po’ di parole da quando mi ero candidato a sindaco di Crema, partendo dalla tangenziale per Campagnola: ai tempi eravamo gli unici fuori dal coro. Dopo un anno e mezzo dalla mia proposta, hanno fatto quello che dicevamo servisse noi: un tracciato alternativo. Parlavamo di pedonalizzazione delle piazze fuori dal centro storico e ci vedevano come visionari fuori dal mondo. C’è bisogno di costruire un progetto politico ampio che sia credibile, è un anno che sto aspettando la chiamata della maggioranza di Crema, sarei contento di potermici confrontare. Ben venga Casa stalloni e l’ex tribunale, ma dipende cosa ci metti dentro. Sugli Stalloni mi domando se non sia meglio coinvolgere tutte le realtà sociali della città, magari aprendo un bando. Sono le stesse associazioni ad aver mantenuto vivo il tessuto sociale, con anche progetti finanziati dal comune. Credo sia un progetto potenzialmente positivo, ma con un confronto si possono allargare diversi punti di vista. Noi avevamo un progetto per il sociale molto politico: era mettere in rete tutte le realtà sociali utili per il tessuto del territorio. Bisognerebbe ragionare sul sociale più in ottica di solidarietà che imprenditoriale. Con un tavolo di confronto avremmo potuto dare una visione integrativa”.