13-12-2013 ore 18:16 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Obice al museo della guerra, Agazzi non ci sta: "i nostri concittadini costretti a recarsi fino a Temù per ammirare un loro bene"

Dopo anni di assoluto abbandono - era in un angolo del Sant'Agostino, coperto da un telone - torna improvvisamente a far parlare di sé l'obice della prima guerra mondiale destinato al Museo della Guerra bianca in Adamello, a Temù, in provincia di Brescia.

Cultori di studi storici
Il merito è di Antonio Agazzi, consigliere comunale di Crema per il Gruppo Servire il cittadino. Ecco l'incipit dell'interpellanza fresca di protocollo: "Ha destato sconcerto e amarezza in particolare presso le Associazioni combattentistiche e d’arma ma anche presso i cultori di studi storici (la storia militare è una branca significativa della storia locale e della grande storia), la notizia della delibera giuntale con la quale si intenderebbe concedere in comodato d’uso, per 15 anni, al Comune di Temù (BS), l’Obice da 75/13, attualmente in deposito al nostro Museo Civico di Crema e del Cremasco".

Il patrimonio museale
Secondo Agazzi "si tratta di una rara testimonianza della Prima Guerra Mondiale, acquistata negli anni’70 dall’Associazione Amici del Museo al fine di completare e valorizzare il patrimonio museale della città, segnatamente la raccolta di reperti della Grande Guerra alla quale parteciparono molti cremaschi e nella quale persero la vita 121 cittadini di Crema, il cui elenco è riportato ai lati della colonna votiva ubicata in piazza delle Rimembranze".

La preda bellica
"L’obice, oltre che preda bellica sottratta agli invasori Austro-ungarici - sottolinea l'esponente di Solo cose buone per Crema - fu in dotazione al nostro esercito per un arco temporale che si diparte dalle campagne d’Africa per giungere fino alla Seconda Guerra Mondiale (1940-1945), campagna di Russia compresa; un documento, quindi, di indiscutibile valore storico, per completezza e integrità forse un unicum in Lombardia".

Il bene culturale
"Inoltre - approfondisce Agazzi - siamo di fronte a un reperto storico che costituisce Bene Culturale tutelato ai sensi del Decreto legislativo n. 41 del 22 gennaio 2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), e altresì protetto ai sensi della Legge n. 78 del 7 marzo 2001 che ne fissa la collocazione e la conservazione, vietandone gli spostamenti immotivati".

L'oggettivo impoverimento
"Per quale ragione - chiede Agazzi al sindaco - non ritenga di riconsiderare la decisione assunta, scongiurando un trasferimento fuori Provincia che rappresenterebbe un oggettivo impoverimento del nostro patrimonio museale, nonchè una notevole perdita storico-culturale – per un lasso di tempo non trascurabile - per Crema e il Cremasco, costringendo i nostri concittadini a recarsi fino a Temù per ammirare un bene che Loro appartiene".

Il centenario della guerra
"Che senso abbia sottrarlo ai chiostri del nostro Museo Civico e, in definitiva, alla città di Crema, a fronte di una disponibilità manifestatale da non poche rappresentanze del locale Associazionismo di settore a provvedere al restauro del reperto in questione, a maggior ragione potendo oggi accedere al contributo regionale di cui all’art. 7 del progetto di legge presentato in Lombardia da alcuni Consiglieri Regionali, fra i quali Agostino Alloni e Carlo Malvezzi, in vista delle prossime celebrazioni del 1° Centenario commemorativo della Guerra 1915-1918; nonché a farsi carico della manutenzione e conservazione del pezzo, anche successivamente alla sua definitiva ricollocazione".
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