13-03-2021 ore 17:25 | Politica - Dal cremasco
di redazione

Scuole di nuovo chiuse. Severgnini: 'diritto all'istruzione sostituito da quello all'aperitivo'

“Gentile direttore, nei giorni scorsi davanti alla scuola dove lavoro era appeso alla cancellata uno striscione con la scritta Non esistono categorie. L'istruzione è un diritto, come il lavoro. Un messaggio forte che ci ricorda come l’istruzione in presenza rappresenti un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Un diritto ultimamente troppo spesso sostituito dal legislatore da quello dell’aperitivo in presenza per gli studenti di ogni ordine e grado che oggi vedono negata la possibilità di frequentare i luoghi dell’istruzione in presenza”. Come spiega l'insegnante e sindaco di Capergnanica Alex Severgnini “ in questi giorni gruppi di giovani in età scolare erano fuori dai vari bar del cremasco, così come in tutto il resto d’Italia, a fare l’aperitivo, molti rigorosamente senza mascherina diventando potenziali vettori del virus, ma con la rassicurante certezza di non aver contratto il Covid all’interno delle mura scolastiche.


'Una scelta lungimirante'
Gran parte degli studenti potrà svolgere comodamente la didattica a distanza a casa dai nonni, i soggetti più vulnerabili a questo tipo di virus, una scelta lungimirante. Giustificare poi la serrata degli istituti scolastici con l’aumento dei positivi tra i giovani senza alcuno studio condotto presso le scuola è patetico oltre che ridicolo, come lo è costringere gli studenti a concentrare la propria socialità nell’happy hour, privandoli della scuola, dello sport e di qualsiasi altra occasione di socialità caratterizzata da maggiori livelli di sicurezza.


'Chiuse per mancanza di coraggio'
Le scuole non sono un luogo meno sicuro di altri. Sono state chiuse per mancanza di coraggio da parte del legislatore e di buona parte della politica. Gli stessi che preferiscono la Dad, quella che ha prodotto ingenti deficit di apprendimento, piuttosto che risolvere le criticità che si trovano a monte e a valle del suono della campanella, in totale spregio del lavoro fatto da dirigenti scolastici, docenti e personale Ata in questi mesi.


Tornare in presenza
Fa comunque piacere notare come, rispetto a qualche mese fa, ci sia stata una presa di coscienza da parte di famiglie e genitori che, stanchi dei soliti luoghi comuni da parte di una parte della politica, stanno chiedendo a gran voce il ripristino delle attività didattiche in presenza. Ora uniamo tutte le forza disponibili per affrontare nuovamente questa battaglia di civiltà, chiedendo il rispetto del dettato costituzionale e collocando al giusto ordine di priorità l’istruzione delle nuove generazioni”.

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