12-09-2015 ore 17:21 | Politica - Cremona
di Angelo Tagliani

Migranti, il Prefetto chiede maggiore collaborazione. Bordo: “ridotto il numero degli ospiti a Chieve, la convenzione non andrebbe rinnovata”

La gestione dei migranti richiedenti asilo è una delle maggiori preoccupazioni della Prefettura, “stretta tra le pressanti richieste del Governo centrale – che esige un costante sforzo per il potenziamento delle strutture di accoglienza – ed il rifiuto di collaborazione da parte di diverse istituzioni locali”.

 

Affollamento e disagi

Il Prefetto Paola Picciafuochi, rispondendo in forma scritta all'onorevole Franco Bordo, SeL, ha ribadito come “attualmente l'insufficienza delle strutture di accoglienza presenti sul territorio” abbia comportato un loro “sovraffollamento”, “ma grazie alle recenti iniziative di alcuni Comuni, ho motivo di credere che, presto, nuove strutture potrebbero aggiungersi a quelle già individuate, alleviando i disagi arrecati ai richiedenti asilo ed alla popolazione locale”.

 

L'attualità

“Per Chieve in particolare – spiega il Prefetto – la informo che dalle iniziali 43 unità si è passati a 31 e non escludo che se nell'ambito Cremasco si apriranno alcune delle soluzioni qui prospettate dal sindaco di Crema e dalla Caritas cremasca, a breve potremo procedere ad un'ulteriore alleggerimento della segnalata situazione di sovraffollamento”.

 

Nuovi spazi utili

“Circa le specifiche preoccupazioni manifestate dal nucleo famigliare del signor Angelo Provana, che lamenta un fenomeno di “accerchiamento” e di scarso rispetto delle regole di civile convivenza condominiale da parte dei migranti, s'informa che, a seguito dell'interessamento di questa Prefettura, la Garbata Accoglienza sta tentando di acquistare l'immobile del Provana”, di modo che possa trasferirsi presso un altro appartamento, “già individuato” e possano essere recuperati “nuovi spazi utili per l'accoglienza”. L'operazione si potrà concludere attraverso l'accensione di un mutuo, vincolato “ai proventi dei servizi di accoglienza”, pertanto “un'eventuale, ulteriore riduzione delle presenze all'interno della struttura potrebbe compromettere il finanziamento, rimandando a data indeterminata la soluzione delle problematiche del signor Provana”.

 

Aprirsi all'accoglienza

La lettera del Prefetto si conclude con la richiesta a Bordo “in ragione della maggiore conoscenza del territorio e del prestigio della carica che riveste, di voler sostenere gli sforzi della scrivente nel sensibilizzare gli amministratori ad aprirsi maggiormente all'accoglienza ed a collaborare nella ricerca di strutture idonee allo scopo”.

 

L'inadeguatezza della struttura

La risposta della Prefettura segue il sopralluogo effettuato dall'onorevole Franco Bordo presso i locali della Garbata Accoglienza di Chieve. L'esponente di Sinistra ecologia e libertà aveva sottolineato “l'inadeguatezza della struttura, l'incapacità mostrata a gestire tale compito e la sproporzione del numero degli ospiti con quello della popolazione di Chieve”. La riduzione di un quarto degli ospiti “è già un parziale risultato positivo”.

 

Mancanza di convidisione

Secondo Franco Bordo “la mancanza di condivisione territoriale fa ricadere su singole realtà il tema ineludibile e doveroso dell'accoglienza, i sindaci che ostacolano tale gestione condivisa non fanno altro che far ricadere sulle spalle di pochi colleghi e di poche comunità la gestione dell'accoglienza.

Per questo sono assolutamente d'accordo che la strada prospettata dal sindaco di Crema e da altri sindaci cremaschi oltre che dalla Caritas, sia quella giusta e da sostenere”.

 

Chiusura della convenzione

“Per quanto riguarda il caso specifico di Chieve e all'inadeguatezza dimostrata dalla società che gestisce la struttura ritengo che, oltre ricercare altre soluzioni finalizzate alla riduzione del numero degli attuali ospiti, la Prefettura di Cremona dovrebbe orientarsi per la conclusione della convenzione prevista al 31/12/2015, senza procedere ad alcun rinnovo o proroga. Tale scelta, insieme a quella di una condivisione territoriale in collaborazione con Comuni e Caritas, risolverebbe molti dei problemi aperti”.

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