12-05-2023 ore 20:32 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Csc, il bilancio di fine mandato: ‘la spesa sociale del Cremasco è arrivata a 20 milioni di euro’

Il consiglio di amministrazione di Comunità sociale cremasca ha concluso il proprio mandato quinquennale. L’assemblea consortile ha approvato il bilancio consuntivo, offrendo l’occasione per numerosi spunti. Nella relazione della presidente, Angela Maria Beretta, si sottolinea che “la spesa sociale del territorio è arrivata a 20 milioni di euro”. Il 72 per cento, pari a 14,7 milioni di euro è gestita da Csc. I conti dell’azienda sono positivi e il capitale sociale intatto, con una buona solidità patrimoniale: “l’avanzo di gestione è di oltre 2.875.000 euro, una parte consistente dei quali (395.000 euro) costituisce avanzo libero”.

 

Il volume dei servizi

Nel bilancio dello scorso anno è stato inserito “un fondo di salvaguardia (150 mila euro), generato dai rallentamenti dell’attività conseguenti all’emergenza sanitaria” e inserito “cautelativamente a patrimonio”. La liquidità, pari al 40 per cento del Tfr dei dipendenti “permette di non avere problemi nella sua erogazione”. Sono stati azzerati i debiti precedenti e il costo di gestione “è bassissimo, intorno al 4 per cento, addirittura leggermente inferiore rispetto al passato perché, pur essendosi ampliato il volume dei servizi, è rimasto stabile il numero degli operatori amministrativi”. Al riguardo, “in prospettiva e gradualmente, qualche incremento andrà fatto”.

 


Innovazione continua

I 27 progetti attuali “portano risorse per oltre 2,7 milioni di euro”. Hanno “respiro pluriennale”, l’aumento dei fondi progettuali “è avvenuto a seguito di un investimento strategico fatto dall’azienda nell’ufficio progetti in aggiunta all’acquisizione di competenze e professionalità sulla ricerca di bandi, gestione progettuale e rendicontazione, attività sempre più complesse”. Secondo Angela Maria Beretta è “importantissimo innovare: grazie a fondi progettuali, senza attingere alle risorse dei comuni, sono stati qualificati i sistemi informativi dell’azienda, si è attivato il back up in cloud, tutti gli operatori sono stati dotati di smartphone connessi, gli strumenti aziendali sono stati resi più performanti, il sito internet dell’azienda è stato integrato con la piattaforma Gecas, la cartella sociale informatizzata che supporta tutte le fasi di un progetto di aiuto alla persona in ambito socio-sanitario”. La collaborazione con Consorzio informatica e territorio ha consentito di “rendere più gestionale la piattaforma e permettere un monitoraggio dei servizi”. È stato elaborato il Piano di transizione al digitale: “la spinta verso l’innovazione non è più eludibile e diventa fondamentale ricercare fondi che la finanzino”.

 

Tutela dei minori

Una delle principali attività di Comunità sociale cremasca riguarda la tutela dei minori. La presidente sottolinea il costante “incremento della casistica (sono attualmente 720) e il conseguente incremento della spesa, proporzionalmente contenuto grazie all’investimento lungimirante fatto sulla strutturazione di un’equipe organizzata e professionale e sull’avvio del centro diurno minori”. L’attività dell’unità operativa servizio sociale distrettuale ha avuto “una crescita enorme: sportello legale, ProVI, Dopo di noi, reddito d’autonomia, il tema degli assistenti familiari, il tema degli Interventi di supporto alla domiciliarità (Isd), l’Fna, l’accordo Rsa, l’emergenza abitativa, l’integrazione socio-sanitaria”. In conclusione, “la mole di attività è davvero consistente”, le partite aperte “sono complesse” e “ancora molto rimane da fare”.

 

Csc, dal 2007 ai giorni nostri

Angela Maria Beretta è stata nominata presidente di Comunità sociale cremasca dall’assemblea dei sindaci nel 2013: “L’azienda aveva all’epoca sei anni, era nata il 1° gennaio del 2007, il presidente era Gianni Risari e il direttore Angelo Stanghellini. Due anni dopo, nel 2009 venne nominato presidente Maurizio Borghetti e direttore Vittorio Coralini. Dopo la crisi del 2009-2010, con le dimissioni del cda, Maurizio Borghetti ha lasciato ed è subentrato Luciano Capetti; nel 2012 ha lasciato Vittorio Coralini e nel luglio del 2012 è subentrato Davide Vighi”. Da quel momento l’azienda ha avuto un periodo di stabilità: “dieci anni di continuità che ne hanno senz’altro favorito la crescita”. Nel 2013 Csc aveva un bilancio di 4.651.000 di euro, oggi è di 14.708.000 euro. Secondo Beretta “è il risultato di una progressiva fiducia nei confronti dell’azienda ma soprattutto del fatto che i sindaci sono stati sempre politicamente coesi nel settore sociale”.

 

La crescita del territorio

“Dal 2013 sono arrivate nel tempo molte nuove misure: il fondo nazionale per la non autosufficienza, il Dopo di noi, l’emergenza abitativa, solo per citarne alcune, misure che hanno ampliato la platea degli interventi e delle risorse in campo e che hanno avuto come effetto, tra gli altri, quello di irrobustire la collaborazione sia politica che tecnica con il comune di Crema, capofila d’ambito”. Questa “sintonia” è vista dalla presidente Beretta come “la base per una crescita del territorio”. Ha consentito “a programmazione e gestione di andare di pari passo”, con “un’allocazione condivisa di risorse”, una migliore strutturazione degli uffici e una crescita economica e di competenze. Con basi così solide, le implementazioni future “non comporteranno stravolgimenti”.

 

Minori, immane lavoro”

Tornando alla tutela dei lavori, è importante sottolineare “l’immane lavoro che i sindaci hanno voluto e sostenuto, per costruire un’equipe che ora è riconosciuta anche all’esterno al punto che alcune aziende dei territori circostanti si rivolgono qui per avere consulenza”. Non mancheranno mai “le criticità, i numeri dei minori per operatore sono ancora gravosi ma la professionalità acquisita ed il lavoro di squadra aiutano certamente a fronteggiarli con maggiore serenità”. La ristrutturazione dell’equipe distrettuale “è stata strategica perché da lì transitano tutte le misure regionali e da questa equipe vengono gestite fette importanti di risorse dell’azienda”.

 

Approccio multidisciplinare

Con l’obiettivo di offrire “un approccio multidisciplinare ai problemi” e poter “supportare al meglio i servizi territoriali”, mettendo in campo “una visione più ampia sulle questioni in gioco, l’équipe è stata ristrutturata con una pluralità di professioni, per cui accanto alle assistenti sociali vi sono educatori e amministrativi. La crescita di risorse, fondi e servizi ha indotto l’investimento ed ora Css può contare su un ufficio competente e robusto”. Dal punto di vista tecnologico, oggi l’azienda territoriale può contare “su un alto tasso di innovazione”. Una scelta programmatica e “di prospettiva”, frutto di un accordo con Consorzio.it: “si inserisce nella scelta dell’azienda di costruire partnership con tutti i principali enti del territorio collaborando con aziende che hanno la medesima base societaria”.

 

Costi e modello organizzativo

Non mancano elementi che meritano attenzione: “il costo di gestione dell’azienda è molto basso, sensibilmente sproporzionato rispetto ai carichi di lavoro che stanno continuamente aumentando. Quindi credo che un adeguamento soprattutto della parte amministrativa si renderà necessario”. Per quanto concerne gli operatori che lavorano all’esterno dell’azienda, “si registrano le maggiori fatiche per due motivi: uno per il modello organizzativo che non consente la vicinanza tra l’operatore e l’azienda e l’altro perché l’operatore in comune si sente isolato. La differenza si vede: in sede è stato enormemente valorizzato il lavoro di squadra, l’equipe, la collaborazione tra le persone. Quando è stato costituito lo staff, è stato dato un indirizzo molto chiaro: il lavoro doveva essere cooperativo, integrato. I responsabili delle quattro unità operative in cui si è strutturata l’azienda (distrettuale, progettazione e inserimento lavorativo, amministrazione e tutela minori) si ritrovano settimanalmente e da questo confronto costante nascono idee, proposte e soluzioni ai problemi”.

 

Veste contrattuale

“Anche il tema della veste contrattuale è già stato sollevato ed è a mio parere opportuno che venga risolto. Già Angelo Stanghellini ricordava che, quando Comunità sociale cremasca è nata, è stato scelto il contratto Anpas con l’idea di un adeguamento in tempi brevi ad un contratto diverso; oggi, in questa fase storica diventa più difficile rimandare ancora la questione perché l’offerta è tanta e i dipendenti rischiano di non garantire la stabilità”. L’azienda sarà chiamata ad una riflessione sulla propria “veste giuridica, chiamata ad adeguarsi ai cambiamenti di contesto”. Visto che “ormai intorno all’azienda si attivano i processi che si muovono attorno ad un comune: trasparenza, rendicontazione, debito informativo, privacy, anticorruzione, transizione al digitale, è nell’ordine delle cose che se ne appuri la natura di ente pubblico non economico”.

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