11-11-2021 ore 18:30 | Politica - Milano
di Andrea Galvani

Riforma sanitaria. Tra ‘disorganizzazione' e 'malasanità’ il dibattito in aula si fa bollente

Nell’ambito del dibattito sulla riforma del sistema sanitario lombardo in corso in consiglio regionale sono emerse forti criticità dai banchi dell’opposizione. Per Matteo Piloni, consigliere regionale cremasco del Partito democratico “la medicina territoriale è il problema principale della sanità lombarda e non è vero che questa riforma colmerà il buco creato da Formigoni e poi da Maroni”.

 

Tre case contro diciotto

“Servirebbero 500 case di comunità, come dice il Ministero della Salute e la regione ne prevede solo 115 nella prima fase e 216 a regime. Nell’Ats Val Padana ne hanno deliberate 12 su 38 e nella sola provincia di Cremona ne hanno previste solo tre, quando dovrebbero essere 18. Non basterà cambiare l’insegna di una struttura già esistente per creare un servizio che sia davvero di comunità, fatto di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici della riabilitazione e gli assistenti sociali, a cui i cittadini possano fare riferimento tutti i giorni dell’anno per 24 ore al giorno”.

 

Non riforma”

Per Piloni “le case di comunità non devono essere dei semplici poliambulatori, come invece li intende la giunta lombarda. Così rischiano di essere una grandissima occasione sprecata. In una sanità come quella lombarda, così spinta sulla medicina ospedaliera e sulla competizione tra pubblico e privato, la situazione può cambiare solo con un cambio di mentalità e di strategia che metta al centro il cittadino, la comunità, le cure primarie e la prevenzione. E con questa riforma, non cambierà”.

 

Malasanità, segnalazioni in aula

Rincara la dose Marco Degli Angeli. Il consigliere regionale cremasco dell’M5s sottolinea le “centinaia di segnalazioni di casi di malasanità ricevute dai cittadini, ai quali non posso che esprimere la mia vicinanza. Motivo per cui oggi ho voluto leggere all’assessore Moratti le loro storie. Dalle prenotazioni inaccessibili, ai depotenziamenti dei reparti, passando per le difficoltà di reperire un medico di base. Sorprende in un contesto come questo, la costante assenza dall’aula di Attilio Fontana. Stupisce perché stiamo parlando di malati che non riescono ad essere seguiti e curati nel modo adeguato. Stupisce perché a noi sembra sia totalmente mancato un percorso di analisi per valutare le strutture che ospiteranno le Case di comunità”.

 

Disorganizzazione”

Secondo Degli Angeli si tratta di “un fatto grave perché è chiaro come la giunta abbia dovuto aspettare una pandemia e poi i fondi del Pnrr, per una cosa votata e prevista già nella precedente legge di riforma: la 23/2015. Quindi oggi ci troviamo innanzi ad un pesante ritardo per il quale ora bisogna correre al fine di non perdere i fondi. Manca completamente la pianificazione e l’organizzazione, in questa (non)riforma”.

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